Il capo del Pentagono, Chuck Hagel ha rivelato la possibilità che gli Stati Uniti intervengano militarmente in Iraq, affiancando le forze armate irachene, con truppe di terra per contrastare l’avanzata dell’Isis.
Hagel ha confermato l’intensificazione dei raid aerei contro l’Isis in Iraq e l’estensione degli stessi in Siria, contro obiettivi strategici.
L’espansione del califfato in Medio Oriente continua a preoccupare i paesi occidentali, anche a causa delle continue minacce contro “gli infedeli”, culminate nelle esecuzioni cruente degli ultimi giorni.
Le divisioni iniziali sembrerebbero risolte e a fianco degli uomini dell’Isis potrebbero agire gruppi terroristici come Aqap e Aqmi, che esortano all’unità nella crociata contro il comune nemico. I due gruppi terroristici, appartenenti ad Al Qaeda, delegittimano il ruolo del capo Ayman al-Zawahiri, che aveva aspramente criticato la creazione del califfato, e dell’organizzazione affiliata ad Al Qaeda, Jubhat al-Nusra, nemica dell’Isis in Siria.
Nel corso del vertice di Parigi, i 30 paesi partecipanti hanno elaborato un documento condiviso in cui si impegnano a sostenere l’Iraq nella lotta contro Isis e non escludono l’intervento militare diretto nella zona. Il califfato non è stato riconosciuto da nessun Paese partecipante e viene considerato un’entità pericolosa per il vero Islam e per i paesi occidentali, un nemico da sconfiggere.