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Ice Bucket Challenge: muore un pompiere americano

In molti lo hanno visto come uno scherzo, altri hanno seguito l’Ice Bucket Challenge come un vero e proprio messaggio sociale rivolto verso i malati di SLA e proprio con questo spirito che il ventuno agosto di quest’anno, un giovane uomo americano, un pompiere, uno che di mestiere metteva a repentaglio la sua vita per salvarne altre in casi di pericolo, ha visto il suo gesto finire in tragedia.

Tony Grider, capitano presso la caserma di pompieri di Campbellsville in Kentucky, piccola cittadina di circa dieci mila anime, servita con orgoglio per 16 anni, stava aiutando la banda musicale della locale Campbellsville University a lanciare il messaggio a favore della raccolta fondi e della ricerca per i malati di SLA.

Salito sul braccio elevatore del camion rosso dei vigili del Fire Department a loro in dotazione, con altri colleghi, doveva porsi sul gruppo di ragazzi e scaricar loro addosso l’acqua gelata, ma non tutto è andato secondo i piani. L’elevatore andato più in alto del previsto, ha urtato un cavo della corrente elettrica che a contatto con l’acqua ha scaricato addosso al povero comandante Tony Grider, una scarica ad alta tensione che lo ha folgorato, provocando a tutti e quattro i pompieri delle ferite.

Chi ha avuto la peggio è stato proprio il capitano, mentre il collega, Simon Quinn, anch’esso ferito dalla scarica, ha avuto una prognosi di pochi giorni ed è stato rilasciato dall’ospedale che lo aveva in cura il 15 settembre e a breve riprenderà servizio. Dopo esser rimasto in ospedale a lottare contro la morte per le ferite riportate, Tony Grider, a trenta giorni dall’episodio, ha perso la vita.

Con profondo rammarico ne ha dato notizia il capo della polizia Tim Hazlette. Tony Grider lascia una moglie e 5 figli e un enorme cordoglio nella cittadina di Campbellsville.

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