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Articolo 18, ius soli, terrorismo, Bersani a “Che tempo che fa” è Renzi show

Il Presidente del Consiglio interviene a “Che tempo che fa“, su Rai Tre, e nell’intervista conFabio Fazio fa una carrellata su molti argomenti, partendo da quello più caldo del momento, l’articolo 18, per parlare poi anche di Berlusconi, del suo Partito, dell’immigrazione, del terrorismo e dei problemi giudiziari del padre.

E’ stata una lunga chiacchierata quella che il noto conduttore ha intavolato nella puntata di ieri con Matteo Renzi, nella quel il Premier ha detto la sua con molta chiarezza, senza stare sulla difensiva, ma attaccando, come di consueto tutti gli avversari, dagli oppositori interni, al Sindacato, a tutti quelli che si oppongono, a suo dire, ad una serie di misure in favore degli Italiani.
Il primo punto affrontato è stato quello del lavoro, e della necessità, secondo l’ex sindaco di Firenze, di tutelare tutti e di cercare di procurare nuovi posti. Senza battaglie ideologiche. Renzi ha anche spiegato che l’articolo 18 in questo momento tutela solo una parte dei lavoratori, ed ha lanciato anche una frecciatina al Sindacato,definita l’ unica “azienda” italiana che ha più di 15 dipendenti, pur senza avere l’articolo 18. Sottolineando come la cosa importante sia che lo stato italiano “non lasci a casa nessuno“, il Premier ha dichiarato che non si cancella solo l’articolo 18 , ma anche tutti i vari tipi di contratto attualmente esistenti che hanno contribuito solamente a creare la categoria dei “precari”. Renzi ha anche assicurato che la “copertura” di questo cambiamento esiste, e che nella prossima “legge di stabilità”, sarà stanziato un fondo di un miliardo e mezzo di euro a favore dei lavoratori che attualmente sono senza garanzie. Un copertura della quale nel corso della mattinata aveva avuto conferma parlando con i ministri Padoan e Poletti.

Ribadendo il suo preciso intento di “cambiare l’Italia“, Renzi ha confermato che non teme di poter essere “mandato a casa“, ma che si sicuramente non farà la marionetta in mano ad altri. Parlando anche delle critiche che negli ultimi tempi arrivano da varie parti, si è fermato su quella dei Vescovi, sottolineando il suo essere cattolico, e quindi di vedere di buon occhio gli interventi del clero nel dibattito, ma richiamandoli anche a pensare a quando sono stati “zitti”, mentre nel nostro Paese si consumava una “catastrofe educativa”. Matteo Renzi ha poi dichiarato che vuole lottare contro chi, da ormai più di venti anni, si è adagiato sulla frase “l’Italia non ce la fa“, e di voler riportare la fiducia nei cittadini contro chi “scommette sul fallimento”. Per quanto riguarda le tasse, il Segretario Pd  ha dichiarato che non ci sarà una diminuzione, ma nemmeno un aumento di “un centesimo” e che il bonus di 80 euro è confermato anche per il 2015. Nel suo intervento anche l’ipotesi di poter trasferire mensilmente l’importo che viene accantonato per il Tfr nella busta paga, una ipotesi attualmente complicata, ma che potrebbe risultare possibile se il Governo riuscisse a far pervenire alle imprese della liquidità. L’ipotesi sarebbe quella di trasferire in busta paga il 50% dell’importo.

Rispetto ai diritti civili si parla di un impegno del governo per la “Civil partnership” con il metodo tedesco, e sullo “ius soli“, che secondo il Premier potrebbe essere legato sia alla nascita sul nostro territorio, che alla frequenza di un “ciclo scolastico”. Nel corso della chiacchierata c’è stato anche il tempo di fare gli auguri per il compleanno sia a Pierluigi Bersani che a Silvio Berlusconi, che compiono gli anni oggi. Renzi li ha fatti per primo al collega di partito, con l’invito a “fidarsi“, poi all’avversario politico, invitandolo a fare le riforme insieme, ma senza “giraci intorno“.
Per quanto riguarda il terrorismo Renzi ha auspicato un maggiore impegno della UE, e di aver parlato recentemente con Obama, assicurando la presenza nella coalizione, pur senza partecipare ai raid aerei. Del padre, alle prese con la giustizia, ha detto che gli ha insegnato il “rispetto per le istituzioni” e che non crede alla “giustizia ad orologeria“.

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