Tra le molte novità attese nel mondo del lavoro, tese a cercare di rilanciare un’economia italiana che non riesce a ripartire, il governo Renzi è pronto a presentare una vera e propria rivoluzione per quello che riguarda la disciplina delle mansioni.
In pratica, quello che potrebbe avvenire in futuro è la possibilità della riassegnazione dei ruoli e di un cambiamento delle mansioni all’interno di un’ azienda; questo nel caso in cui l’azienda stessa dovesse essere attraversata da un processo di ristrutturazione interna o da una riorganizzazione.
Il provvedimento deve ancora essere specificato attraverso i decreti attuativi del Jobs Act, ma sono già state diramate le principali indicazioni. Ad esempio, dovranno essere fissati dei paletti nel cambio di mansione; bisognerà tenere necessariamente conto della professionalità del lavoratore e del suo interesse a mantenere un posto di lavoro. Pur mancando indicazioni più dettagliate, i Sindacati si sono già scatenati contro questa novità, nonostante Renzi abbia provato a rassicurarli in più riprese. Proprio la ridefinizione dei rapporti di lavoro rappresenta, oggi, una delle maggiori cause di controversia tra datori di lavoro e dipendenti, nonostante sia vietata per legge.
Il cosiddetto “demansionamento“, ossia l’assegnazione di compiti di grado inferiore a quello occupato abitualmente è vietato, ad oggi, dall’articolo 2103 del codice civile, che sancisce come un “prestatore di lavoro” debba svolgere solamente le mansioni per le quali è stato assunto, oppure altre che siano di livello superiore, alle quali può accedere grazie alle competenze acquisite.
In realtà, attualmente può già accadere che un lavoratore venga destinato a compiti di un livello inferiore, ma questo è ammesso solo in caso di ristrutturazione aziendale e nel caso in cui vi sia la firma esplicita delle associazioni di categoria. Un altro caso nel quale il demansionamento è accettato è quando impedisca il licenziamento del lavoratore stesso, oppure quando sia volto a tutelarne la salute.
Il fatto che la figura del demansionamento venga riesaminata dal Jobs Act si è reso necessario, per lo stesso Renzi, soprattutto per garantire alle aziende una maggiore flessibilità, in particolare nel caso in cui si verifichino dei cali di produzione. Avere la possibilità di agire spostando lavoratori su altre attività senza che vi siano rischi di subire cause di lavoro potrebbe far respirare aziende che non dispongono di molti fondi e che potrebbero finire per danneggiare tutti i lavoratori e non solo alcuni. La motivazione non convince per nulla i Sindacati, preoccupati per eventuali abusi che le aziende potrebbero esercitare nei confronti dei lavoratori.
Si prepara un duro scontro con Renzi che potrebbe far scendere in piazza milioni di lavoratori preoccupati per il loro futuro.