Direttamente dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi arriva una proposta destinata, probabilmente, a rivoluzionare il mondo del calcio, soprattutto perché potrebbe causare notevoli difficoltà alla sopravvivenza di diverse società.
Si tratta del contributo straordinario che il Governo è pronto a chiedere ai club calcistici, volto a coprire le spese derivanti dalle ore di straordinario che le forze di polizia sono costrette a svolgere per garantire il regolare svolgimento delle partite. Da un primo calcolo effettuato, l’esborso da parte dei club dovrebbe aggirarsi sui 25 milioni; una cifra molto alta che ha fatto scattare grande preoccupazione nelle Società stesse, assolutamente in disaccordo con quanto deciso dal Premier.
Quest’ultimo aveva già scatenato reazioni dopo l’idea, ormai in procinto di diventare legge, del contributo (tra l’1 e il 3 %) sui biglietti d’entrata, che porterebbe alle casse dello Stato circa 4 milioni di euro. Su Twitter lo stesso Renzi ha voluto ribadire che la scelta di applicare un nuovo contributo è necessaria per evitare che gli straordinari vengano pagati direttamente dai cittadini. Così facendo ha provato a smorzare sul nascere le perplessità già mostrate dal presidente della Federcalcio Tavecchio, che aveva invitato il governo ad un “confronto urgente“. Alla richiesta di Tavecchio aveva fatto seguito quella del presidente del Coni Malagò che, più che soffermarsi sulla legittimità o no del provvedimento, aveva voluto sottolineare che una società che si trova improvvisamente a dover gestire una spesa supplementare è naturalmente spiazzata e frastornata. A queste parole, prima del Tweet di Renzi, avevano già risposo altri membri del Pd, come l’onorevole David Ermini, che ha voluto ribadire come questo intervento si sia reso necessario per tutelare gli spettatori e, al contempo, per poter pagare chi svolge il servizio negli stadi, rispondendo a quelle che sono le “esigenze del bilancio dello Stato”.
La paura di veder peggiorare bilanci già in deficit per la maggior parte delle società ha, di fatto, convinto i club ad agire tutti insieme. È stata fissata, infatti, per la metà di Ottobre (tra il 15 e il 20) una riunione di carattere straordinario che vedrà partecipare i presidenti delle diverse società; tema del confronto, ovviamente, saranno le contromisure da adottare per far fronte al nuovo prelievo chiesto dallo Stato. Nel frattempo, sono già state fatte le prime ipotesi su come i club potrebbero agire; si parla di uno sciopero anche se questo, oltre a poter rappresentare un danno per il calcio italiano, sembra non essere nei piani dei dirigenti stessi. Lo stesso Presidente della Lega Pro (e attuale vicepresidente della Figc) ha affermato di non aver mai scioperato nel corso della sua vita e di non avere intenzione di iniziare a farlo ora. Altra ipotesi sarebbe lo stop alle trasferte organizzate, che porterebbe ad una diminuzione delle forze di polizia impegnate nei week-end. Qui, però, la difficoltà sarebbe quella di convincere i tifosi.