Al via una sperimentazione sugli effetti del bicarbonato di sodio nella cura del cancro: sono stati finanziati 2 milioni di dollari dal National Istitute of Health e il dottor Mark Pagel, ricercatore presso il Cancer Center dell’ Arizona si occuperà di continuare un percorso di sperimentazioni che ha già messo in evidenza come il bicarbonato somministrato per via orale sui ratti, abbia diminuito e inibito le metastasi del cancro al seno e alla prostata.
Il bicarbonato di sodio sembra che abbia la capacità di ridurre il PH tumorale. Le cellule sane sopravvivono perchè non si troverebbero più in un ambiente acido e mortale, invece ideale per quelle tumorali.
Questa ricerca riapre un dibattito che in Italia è costato molto in termini di carriera per l’ oncologo Tullio Simoncini e ha limitato gli studi del gastroenterologo Stefano Fais.
Le teorie sul bicarbonato e le applicazioni sui pazienti malati sono state accantonate e in alcuni casi punite come omicidio colposo.
Il dott. Stefano Fais si è molto battuto per la somministrazione di farmaci antiacidi ai malati di cancro e spesso ha lamentato di non essere ascoltato, di non trovare laboratori e strutture disposti a permettergli di iniziare uno studio di ricerca per approfondire l’ argomento.
L’ acidità è stata spesso al centro degli studi sui tumori e si è potuto osservare che anche una dieta priva o povera di alimenti acidi come carni rosse o formaggi fermentati rende il sangue alcalino e fornisce il suo contributo alla salute. Predilette sono le verdure come cavoli e broccoli.
L’ Italia forse si è fatta sfuggire un’ occasione importante, ma non è la prima volta che nuove sperimentazioni e alternative alla chemioterapia vengono stroncate perchè non ritenute valide scientificamente. Ricordate il caso Di Bella? Divenne un caso mediatico e alcuni farmaci utilizzati per la terapia furono addirittura tolti dal mercato italiano.
Difficile stabilire dove sia la verità in metodi alternativi, quando ormai la dialettica, in casi come questi, sembra ormai arroccarsi fra cospirazionisti dell’ultima ora, secondo i quali le multinazionali del farmaco boicotterebbero ogni nuova cura e incalliti negazionisti, per i quali, al contrario, si parlerebbe sempre di truffe e vendita di sogni ai danni dei disperati. Quel che è certo è che senza una seria sperimentazione, la medicina non può andare molto lontana.
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