Il “regno d’inverno – Winter Sleep“, diretto dal turco Nury Bilge Celyan, racconta in tre ore e quindici di durata il dramma di Aydin, un attore in pensione.
Il film, che si dipana tra lunghi dialoghi e spruzzate di ironia, potrebbe essere definito un “poema da camera”, quasi una via di mezzo tra Cechov e Bergman. Ha vinto la Palma d’oro a Cannes nella 67esima edizione del Festival, ed è candidato all’Oscar come miglior film straniero per la sua Nazione. Nel film recita uno straordinario gruppo di attori, da Haluk Bilginer, che interpreta il personaggio principale, a Melisa Sözen, nei panni della giovane moglie, Nihal, a Demet Akbag, la sorella di Aydin; un cast in autentico stato di grazie, elemento integrante della riuscita dell’opera.
Aydin, dopo essere andato in pensione, è proprietario di un albergo nel quale c’è anche il suo studio, dove vive anche la moglie, Nihal, giovane e bella con la quale il rapporto è un po’ burrascoso. Lui ama molto la conversazione, anche perché ha una grande voglia di piacere e le sue attività sono tutte sostanzialmente volte a placare la propria vanità, come lo scrivere degli articoli per un suo sito e fare progetti riguardo ad una serie di libri sul teatro.
Grazie alla sue disponibilità finanziarie, Aydin gioca con la realtà che lo circonda, facendo leva anche sul suo “fascino intellettuale”, ottenendo da tutti rispetto e ammirazione. In questo percorso si inseriscono anche le battaglie dialettiche con la sorella Necla, che è “animosa” nei suoi confronti, perché ferita dal suo divorzio.
La vera anima di Aydin, però, uscirà fuori solo quando teme di perdere la moglie, ed il volto più autenticamente umano del protagonista e la sua voglia di redenzione diverranno protagonisti nel finale quando confesserà alla moglie
“Sono il tuo schiavo, il tuo servitore”,
per evitare di perderla.