Cultura

Modiano: un nobel che sa anche un po’ d’Italia

Stoccolma, ore 13: ecco dove e quando il segretario dell’Accademia Reale Svedese, Peter Englund, ha comunicato allla stampa il nome del vincitore del 107° Premio nobel per la Letteratura, conferendolo a Patrick Modiano con la presente motivazione:

“Per l’arte della memoria con la quale ha evocato i destini umani più inafferrabili e svelato la vita reale durante l’Occupazione” .

Patrick Modiano, di natali parigini (30/07/1945, Boulogne-Billancourt), vanta radici italiane, proprio grazie a quella figura paterna – francese, ma originario toscano – che nella sua produzione è più che ricorrente: il padre, infatti, seppur ebreo collaborò attivamente con la repubblica filohitleriana di Vichy. E proprio il narrare quell’infanzia turbolenta, passata tra la madre con un’ambizione d’attrice mal raggiunta e il padre in una condizione precaria quanto pericolosa, tra le pagine di “Un pedigree” è valso il Nobel a Modiani: quella ritrattistica, che sa un po’ di Sallustio, e quella commedia umana, che profuma di Balzac, ha innalzato la sua opera ai livelli eccelsi da Nobel.

“Sono sorpreso, non me lo aspettavo proprio. Mi sembra irreale”

ha commentato Modiano che aggiunge al panorama letterario francese il quindicesimo Nobel, battendo i ben 210 autori che erano stati candidati per quest’anno e i cui nomi, secondo la norma del Nobel, resteranno sconosciuti per ben 50 anni. E’ da ricordare che si vide vincitore Modiano già del Premio “Bottari Lattes Grinzane Cavour” con il suo romanzo ‘Dora Bruder‘ e al Premio Goncourt con “Rue des boutiques obscures”, forse il romanzo più noto dell’autore nella sua madrepatria ma che, in Italia, non è ancora giunto.

Ma Modiano è un nome che ha fatto parlar di sè anche in altri campi: sul cinema, con la meraviglia di Louis Malle, “Lacombe, Lucien“, della quale fu sceneggiatore, e con “Villa Triste”, suo libro, che è diventato un film di Patrice Leconte; sulla letteratura per l’infanzia, con Caterina Certezza, una lettura leggera per i bambini, ma densa di significati, e dunque adatta anche ai più adulti.
Resta sconfitto ancora una volta Murakami, che, benché le vendite siano alle stelle, non riesce ancora a splendere a sufficienza per l’Accademia Reale Svedese.

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