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Drone sullo stadio e tra Serbia e Albania è rissa in campo (video)

Era stata presentato come un incontro ad alto rischio quello che vedeva opposte le squadre di calcio di Serbia e Albania, in una partita valida per le qualificazioni europee.

Con il divieto ai tifosi albanesi ad assistere alla partita si pensava di aver preventivamente scongiurato ogni pericolo di scontri. Nessuno, però, si sarebbe immaginato quanto è avvenuto successivamente sul campo, costringendo l’arbitro ad interrompere le ostilità al 41′ minuto del primo tempo. A scatenare una rissa sugli spalti è stato un drone (che è stato appurato come sia stato guidato dall’interno dello stadio, ndr) che ospitava una bandiera albanese, con la scritta “Kosovo libero“, fatto atterrare sul campo da gioco.
Il fatto ha scatenato i tifosi serbi che, prima con le parole, e poi lanciando petardi e fumogeni sul terreno di gioco, hanno manifestato il loro dissenso. Il direttore di gara ha atteso ben 50 minuti, ma poi è stato costretto a sospendere l’incontro per motivi di sicurezza.
L’incidente si è verificato proprio a pochi giorni dallo storico arrivo nel Paese serbo da parte del premier albanese, Edi Rama. Intanto, dalla Polizia, è arrivata la notizia dell’arresto del fratello di Edi Rama, sospettato di aver architettato l’incidente; dopo essere stato ascoltato, comunque, è stato rilasciato e sarebbe già sulla strada del ritorno verso Tirana.

Arrivano anche le parole di condanna del gesto da parte del Ministro degli Esteri serbo, Ivica Dacic, che ha definito quanto avvenuto come una “provocazione politica premeditata“. Si attendono, ora, i provvedimenti che dovranno essere adottati dalla Uefa e un comunicato della stessa Unione Europea. Dacic ha voluto sottolineare, provocatoriamente, come la cosa sarebbe stata trattata in modo diverso nel caso contrario. Se un Serbo avesse esposto una bandiera nello stadio di Tirana o di Pristina, secondo Dacic, il consiglio di sicurezza dell’Onu sarebbe già intervenuto per dirimere la questione.

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