Dopo l’uscita, dopo tanta attesa, nelle sale italiane ad Ottobre, prossimo alla distribuzione in home-video per “Boyhood“, film scritto e diretto da Richard Linklater, famoso regista statunitense.
Perché tanta attesa per questo film?
Anzitutto perché questo gioiellino rappresenta una vera e propria novità nel genere, parlando di un’opera realizzata in soli 39 giorni ma grazie a filmati raccolti in uno spettro temporale di ben 12 anni (tra il 2002 e il 2013) che ci permette di assistere, ad esempio, alla stessa trasformazione fisica dei protagonisti, da bambini divenuti a giovani adulti. Un progetto durato 12 anni che ne fa di uno dei film dalla lavorazione, 12 anni appunto, più lunga della storia. Poi un’opera che merita la visione per l’accoglienza entusiastica ricevuta in Patria, perchè é un gran bel film dove non mancano risate e commozione vera, perché al Festival di Berlino ha vinto l’ Orso d’argento per il miglior regista, a riprova della capacità di Linklater nel padroneggiare una vicenda e tratteggiare le emozioni dei protagonisti colte anche nella ordinarietà più classica.
Un esperimento di successo con un regista geniale che ha avuto la “brillante” idea ( e la costanza) ogni anno di riunire stessi attori e stessa troupe per più di 10 anni, in modo tale da far divenire materia filmica la stessa evoluzione fisica dei personaggi ( in primis quello dell’attore principale, Ellar Coltrane, che nel film interpreta Mason e che all’inizio dell’opera ha solo 8 anni per terminare a 20) e non meno i cambiamenti culturali, tecnologici e sociali intercorsi nei 12 anni in cui è stato girato il film. Al centro della rappresentazione un comune nucleo familiare odierno composto dal piccolo protagonista, una sorella più grande, l’assenza di un affettuoso padre di successo e la presenza di una madre all’eterna ricerca di sé stessa, compiuta attraverso infiniti traslochi e relazioni. E sullo sfondo un bambino di 6 anni e la sua vita tra cambi di scuola, primi sentimenti, incertezze e speranze, per un Mondo troppo complesso ma sempre banalmente sorprendente, filtrato attraverso gli occhi di un bambino che diviene uomo.
[…] “Boyhood” è stato proclamato “il capolavoro del nuovo millennio”, grazie ai suoi 12 anni di produzione. Richard Linklater ha iniziato nel 2002 scegliendo il cast che lo avrebbe accompagnato in questo importante progetto per i futuri 12 anni. Il regista racconta che non è stato affatto facile, perchè trovare dei bambini capaci poi di diventare adolescenti e attori interessanti e concentrati era un rischio, che poteva essere affidato esclusivamente all’intuito. Guardando ai risultati raggiunti, la sua scelta è stata davvero ottima: entrambi i ragazzi di cui vediamo la crescita nel film, sono brillanti e affascinanti. […]
[…] vincere il premio come “Miglior Film” della manifestazione è stato “Boyhood“, la pellicola “evento” che, sotto la regia di Richard Linklater ha seguito per […]