Dai ricercatori italiani arriva una notizia destinata a modificare, in un futuro non troppo lontano, le abitudini degli Italiani in fatto di pasta.
A causa della concentrazione dell’anidride carbonica, ogni anno in progressivo aumento, entro il 2050 il buco dell’ozono renderà impossibile mangiare a tavola un piatto di spaghetti al dente. La correlazione tra anidride carbonica e pasta è dovuta al fatto che un incremento dei livelli di Co2 comporta una diminuzione delle proteine nel grano, elemento cardine per la tenuta in cottura della stessa pasta.
Per fortuna, una notizia positiva arriva considerando che, sempre l’aumento dell’anidride carbonica è in grado di garantire una maggiore fertilizzazione delle piante, tra le quali proprio il grano.
Questi sono i risultati di una ricerca durata due anni (2012 e 2013) e condotta dal Centro di Ricerca per la genomica del Cra, situato in provincia di Piacenza, a Fiorenzuola d’Arda.
A collaborare al progetto è stato anche l’Istituto di Biometeorologia del Cnr di Firenze. Sono state prese in esame 12 varietà di frumento duro, fatte crescere in condizioni che replicavano la concentrazione di anidride carbonica attesa per l’anno 2050.
Dagli stessi risultati è emerso che, in diverse varietà, gli aumenti di produzione potranno raggiungere anche il 20% ai quali, però, seguirà un calo della percentuale di proteine.
In attesa di verificare, attraverso nuovi studi, se quanto prospettato sia destinato effettivamente a realizzarsi il gruppo Barilla, ad oggi leader mondiale nel mercato della pasta, che opera anche come trasformatore di grano duro (si parla di qualcosa come 1,4 milioni di tonnellate all’anno), è riuscita a sviluppare, grazie all’aiuto dei Produttori Sementi Bologna, delle varietà di grano che possono rispondere alle esigenze dei diversi climi. Speriamo bene…