Aereo caduto: cresce l’ipotesi suicidio, ma nell’incidente del Germanwings ancora troppi misteri
Di certo fino adesso c’e’ solo un fatto: l’aereo della “Germanwings” si è schiantato sul fianco di una montagna, alle 10.53 del 24 Marzo, provocando la morte di tutti i passeggeri. Oltre a questa circostanza il resto è tutto un mistero.
Nonostante, infatti, in questa ore si stia facendo largo l’ipotesi di un suicidio da parte di uno dei due piloti, sono ancora molte le zone oscure che sembrano circondare un incidente difficile da comprendere. La stessa voce, ad esempio, che vuole che l’autore della tragedia, Andreas Lubitz, avesse sospeso il suo addestramento da pilota perchè vittima di una depressione, non fornisce spiegazioni del perchè allora lo stesso si trovasse alla guida di un velivolo con quasi 150 persone a bordo.
Con tutto il rispetto per le vittime di un tragico incidente e con il rischio di alimentare le solite teorie complottiste, nella vicenda permangono non poche stranezze che vale la pena, però, di considerare, in attesa almeno trovino una spiegazione soddisfacente.
Ancora, infatti, non è stata “resa ufficiale” la lista dei passeggeri presenti sull’A320, della compagnia “low cost”. Il fatto genera, già di per sè, alcuni interrogativi, soprattutto riguardo la tempistica a cui le compagnia aeree, ricorrono in caso di eventi luttuosi come quello che ha interessato il volo in servizio tra Barcellona e Dusseldorf. Di solito le compagnie emanano una “nota ufficiale“, dopo qualche ora dall’ufficialità dello schianto, nota che riporta i nomi dei passeggeri e viene compilata tramite i “riscontri” sulle carte d’imbarco emesse dalla compagnia. In questo caso sono trapelate solo indiscrezioni, provenienti soprattutto da parte dei parenti dei dispersi (ufficialmente i passeggeri del volo sono ancora dispersi).
Nè la “Germanwings” nè l’autorità aerea tedesca (sotto la cui giurisdizione ricadono tutti gli aeromobili battente bandiera tedesca) ha fino a questo momento rilasciato alcuna lista “ufficiale”. Perché questo ritardo? In rete non sono mancati i rumors di chi ha ipotizzato che tra i passeggeri potesse esserci qualche “nome riservato”, e con il passare delle ore il dubbio diventa sempre più consistente.
Per una “mancanza misteriosa”, vi sono invece delle “presenze ingombranti”. Difficilmente, infatti, si è assistito ad un precipitoso arrivo sul luogo dell’incidente, di ben 3 Capi di stato e di governo interessati.
In questo caso, invece, molti hanno notato come la “Cancelliera” tedesca e il premier francese e spagnolo, si siano recati quasi immediatamente sui luoghi della strage. Di solito si assiste a qualche parola di cordoglio, a volte viene tenuta una frettolosa “conferenza stampa dedicata“, ma difficilmente si vede una presenza cosi massiccia di personalità, che si recano sul luogo del disastro.
Gli amanti dei “complotti” ipotizzano già che i tre abbiano tenuto un vertice “super riservato”, vertice che doveva trovare un accordo su cosa dire e soprattutto su come “giustificare” agli occhi dell’opinione pubblica, un disastro che appare inspiegabile.
Tante altre le lacune emerse in queste prime ore. Tra le tante anomalie legate al disastro, gli esperti ne evidenziano soprattutto tre: l’aereo è sceso senza alcun apparente motivo, si è schiantato alla velocità di crociera e soprattutto è mancata qualsiasi tipo di comunicazioni con la torre di controllo (anche quella legata ad un emergenza improvvisa, il cosiddetto codice 7077, che di solito viene attivato “velocemente” tramite lo schiacciamento di un unico pulsante). Quanto meno questi tre rilievi potrebbero trovare risposta in un atto deliberato del copilota.
Il ritrovamento poi delle “scatole nere” ha aperto altri scenari inquietanti. Le autorità hanno subito dichiarato che sono in cattive condizioni (ma sono state progettate per resistere a impatti estremi?) e che mancano alcune “schede di memoria” (cosa in sostanza rarissima).
Che cosa è successo? Perché tutte le autorità si affannano a smentire l’ipotesi terrorismo?
Agli occhi esperti, poi, non è sfuggita la discesa in campo, tramite una dichiarazione, degli USA. Anche il Paese più potente al Mondo si è affrettato a sottolineare, anche se è difficile comprendere la ragione di tale intervento, come il terrorismo non c’entri nulla con la caduta del volo “low cost”. Forse è questa dichiarazione che ha dato il via ai dubbi più feroci.
Di solito per gli Americani la prima pista su cui indagare è l’ipotesi da essi questa volta smentita per prima. Perché lo stanno facendo? Forse l’aereo trasportava qualcosa o qualcuno che non doveva essere a bordo, e adesso i grandi del Mondo stanno cercando di coprire il fatto con “una cortina fumogena”?
Tante domande, quindi, alcune delle quali difficilmente troveranno una risposta.
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