Aggressioni con l’acido a Milano: chiesti 15 anni per Alexander Boettcher e Martina Levato
Arrivano da Milano le ultime notizie relative alla cosiddetta “coppia diabolica“, ossia alle due persone che avevano ferito un 22enne, tale Pietro Barbini, gettandogli sul viso dell’acido. Il pm Marcello Musso, infatti, ha presentato la sua richiesta di condanna, ossia 15 anni di carcere.
Tutto era iniziato il 28 Dicembre scorso, quando i due imputati Martina Levato, studentessa, e Alexander Boettcher, broker finanziario, hanno aggredito il giovane, che era stato compagno universitario della stessa ragazza. In base a quanto dichiarato dal Pubblico ministero, l’accusa di lesioni gravissime è stata aggravata dalla presenza di premeditazione, oltre che da motivi definiti “abietti e futili“. Inoltre, nell’azione perpetrata dai due accusati è stata rilevata grande crudeltà.
A rendere ancora più grave quanto effettuato è stato l’impiego di una sostanza corrosiva. Il Magistrato ha anche voluto chiedere la non concessione delle attenuanti generiche. Il rito abbreviato, infatti, prevederebbe uno sconto che raggiunge 1/3 della pena prevista.
Nel corso della requisitoria, il Pm ha voluto sottolineare come la coppia sia una vera e propria espressione di quella che può essere definita come “malvagità umana“.
Da sottolineare come il ragazzo che ha subito l’aggressione abbia riportato dei danni permanenti al viso. Dopo aver ricevuto i risultati relativi alla perizia richiesta, il Pm ha voluto porre sul medesimo piano la personalità di entrambi gli imputati. Questo per dimostrare che nessuno dei due ha agito “manipolando” l’altro, anche se la Levato ha mostrato un atteggiamento leggermente passivo. Proprio su quest’ultima, il Pm ha indicato come il fatto incredibile sia stato quello di aver fatto parte di un progetto criminoso nonostante la sua giovane età e l’assenza di qualsiasi esperienza criminale manifestata in precedenza. Sempre secondo il Magistrato, le vere motivazioni che avrebbero spinto la coppia ad agire freddamente per mettere in esecuzione il loro programma sarebbero state ragioni di rivalsa e la volontà di punire il ragazzo.
A rispondere alle dichiarazioni del pm è stata la difesa della stessa Levato, che ha voluto contestare la tesi sostenuta, ritenendo la stessa donna come assolutamente succube di Boettcher. L’avvocato Barelli, infatti, ha voluto chiarire come sia stata la personalità “borderline” della ragazza a renderla incapace di intendere e volere nel momento in cui è avvenuta l’aggressione. A sostegno delle sue convinzioni l’Avvocato ha voluto citare qualche passo della documentazione presentata dai consulenti della stessa difesa (che sono stati depositati agli atti). Il Tribunale, però, aveva deciso di ricorrere ad una perizia psichiatrica, i cui risultati hanno indicato come entrambi gli imputati siano stati assolutamente in grado di capire quanto stavano perpetrando. Questo non ha comunque scoraggiato gli avvocati della difesa, in quanto la capacità di intendere e volere, secondo loro, sarebbe stata influenzata proprio dal disturbo borderline indicato in precedenza.
È intervenuto, ovviamente, anche il legale di Pietro Barbini, che ha voluto ricordare come il suo assistito abbia già dovuto subire un numero di interventi impressionante, ossia 14. Per tale motivo ha indicato che l’azione compiuta è stata “devastante”. In merito alla richiesta di pena, lo stesso legale ha indicato come sarebbe stato possibile anche arrivare a chiedere una pena maggiore. Ha ricordato, infine, come quanto verificatosi avrà ripercussioni anche per il futuro, non solo a livello fisico, ma anche psicologico. Le operazioni di chirurgia subite hanno già minato, infatti, lo sfortunato ragazzo.