136000 nuovi contagi da Hiv non possono essere considerati un caso. L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) diramando gli ultimi dati inerenti lo sviluppo dell’AIDS, ha fatto riaffacciare lo spettro di un’epidemia che molti consideravano erroneamente debellata.
A partire dal 2004, invece, il numero di contagi è aumentato dell’80%, una cifra spaventosa, che rende chiara l’esigenza di politiche nuove da parte dell’Unione europea. A questo proposito, il commissario alla Salute dell’Ue Andriukaitis ha tenuto a precisare come più incisivi debbano essere gli sforzi della comunità europea in fatto di campagne informative che indichino alle persone quali siano i rischi da evitare.
A dimostrazione che il pericolo di nuovi contagi è sempre più un problema da non sottovalutare, si è espresso anche Marc Sprenger, direttore dell’ECDC (European Center for Disease Control and Prevention), che ha affermato come la categoria più a rischio sia quella degli omosessuali, che della cifra mostruosa di nuovi contagi rappresenta il 42%. Più dell’80% dei casi di nuove infezioni sono da far risalire a rapporti sessuali non protetti, e questo, sottolinea il Ministro della Salute Lorenzin,
“dimostra il ruolo decisivo della prevenzione”, annunciando “nuove campagne informative su tutte le malattie sessualmente trasmissibili, a partire dall’AIDS, e passando per sifilide ed epatite“.
Dall’anno in cui fu scoperta, nel 1981, fino ad oggi, l’AIDS ha tolto la vita a 40 milioni di persone, attestandosi senza discussione come l’emergenza sanitaria più problematica degli ultimi 3 decenni. La speranza delle istituzioni europee e mondiali è quella che una campagna informativa su larga scala, a partire dalle scuole, riesca ad evitare fin dall’età giovanile che superficialità e comportamenti sconsiderati portino a contrarre una malattia debilitante come l’AIDS.
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