Allarme dell’Ace: le epatiti uccidono 10 volte di più dell’Aids, in Italia stimati 700.00 casi
Nella giornata organizzata dall’Oms, Organizzazione Mondiale della Sanità, l’Ace, l’Alleanza contro l’epatite, lancia un nuovo allarme: le epatiti uccidono più della stessa Aids.
Secondo le dichiarazioni rilasciate dai portavoce dell’Alleanza contro l’epatite, infatti, pare che malattie come l’epatite B e l’epatite C possano causare molte più vittime della tanto temuta e paventata Aids. L’Alleanza stima che solo in Europa ogni anno queste patologie siano la causa di morte in ben novantamila pazienti, attestando la loro “potenza omicida” su valori ben più alti dell’Aids, presente in solo ottomila pazienti deceduti. Si stima, infatti, che le epatiti possano arrivare ad uccidere il paziente portatore con un’incidenza di dieci casi a uno rispetto all’immunodeficienza acquisita.
In occasione dell’appuntamento annuale organizzato dall’Oms, la Giornata mondiale delle epatiti, quest’anno giunta alla sua quarta edizione, l’Ace ha diffuso i suoi dati molto allarmanti che hanno lasciato l’intera opinione pubblica nazionale davvero senza parole. Si parla di una diffusione massiccia in tutta l’Europa dove le persone affette da epatiti sono tra i 7.3 e gli 8.8 milioni e, solo in Italia, oggi tale valore si attesta sulle settecento mila persone, per la sola epatite Si afferma, inoltre, che almeno la metà dei malati italiani non è consapevole di aver contratto l’infezione e, quindi, non si dedica alle cure necessarie.
La grossa diffusione dei virus dell’epatite in Italia deriva dalla precaria realtà sociale che il Paese ha vissuto durante gli anni cinquanta e sessanta, quando il virus Hcv ha avuto una rapidissima diffusione, partendo dal Nord dell’Europa. Tale diffusione è stata possibile in quanto il virus non era ancora conosciuto, così come non erano note le conseguenze di un suo contagio. I dati italiani, inoltre, sono, se possibile, ancora più allarmanti. L’Italia, infatti, detiene il triste primato di ospitare il maggior numero di persone Hcv-positive, ovvero i soggetti che a livello europeo detengono il tasso di mortalità più alto per tumore primitivo a carico del fegato. La stima parla di circa tremila persone all’anno di morti per tale tipologia di tumore, la metà dei quali è legata alla presenza del virus Hcv.
Unica nota positiva dell’incontro è stata il fatto di sottolineare come i nuovissimi farmaci contro l’epatite C di ultima generazione sono in grado di salvare la vita a migliaia di pazienti. Con un piano di azione di ottocento milioni di euro, secondo gli esperti, nell’arco di dieci anni la malattia potrebbe essere completamene cancellata dall’Italia. Unica pecca: mancano i fondi a livello governativo.