L’ESPULSIONE DEI DIPLOMATICI RUSSI – Potrebbe essere stato l’ultimo atto ufficiale dell’amministrazione guidata da Barack Obama, in attesa del prossimo passaggio di consegne con il neo-presidente eletto Donald Trump, ma è sicuramente destinato ad avere ripercussioni a lungo termine: è infatti delle ultime ore la notizia delle decisione del Presidente degli Stati Uniti di espellere ben 35 diplomatici russi, dando loro 72 ore di tempo per lasciare il suolo americano e fare ritorno a Mosca per aver agito in modo incoerente “con il loro status consolare”.
La netta presa di posizione è legata alla querelle che, da alcune settimane, tiene banco Oltreoceano e riguarda le presunte interferenze dei servizi di intelligence russi che, attraverso alcuni hacker esperti, avrebbero provato ad influenzare l’esito del voto delle elezioni presidenziali dello scorso 8 novembre.
LE REAZIONI DI TRUMP E PUTIN – La notizia, arrivata come un fulmine a ciel sereno, ha sorpreso non solamente Vladimir Putin, ma lo stesso Donald Trump che, in campagna elettorale, aveva parlato del ripristino delle relazioni diplomatiche con la Russia come uno dei punti principali del suo programma di Governo. Se il leader del Cremlino ha reagito con fastidio alla notifica dell’espulsione, aggiungendo anche che si tratta di sanzioni ingiustificate che non possono essere accettate dalla Russia, più misurata è stata invece la reazione del magnate originario di New York. Il neo-presidente si è infatti limitato a dire che “bisogna superare questa situazione”, non commentando invece quanto detto da Obama a proposito degli “indizi” secondo i quali la Russia starebbe ancora interferendo con la vita democratica di altri Paesi europei: tuttavia, il tycoon ha promesso che nei prossimi giorni, “nell’interesse del Paese”, incontrerà i vertici dell’intelligence russa per sentire la loro versione dei fatti.
Intanto, stando a quanto si apprende, nel mirino di Obama sarebbero finiti anche Evgeniy Bogachev e Aleksey Belan, due noti cyber-criminali ritenuti responsabili di un’illecita intrusione nei server di alcune importanti compagnie finanziarie americane.