Altro che cannabis innocua, gli spinelli 2.0 aumentano esponenzialmente il rischio di malattie mentali
Agli occhi di molti anziani coloro che fumano cannabis, spesso, appaiono come individui un po’ strani, e ora la scienza pare confermare questa impressione.
Esiste, infatti, una correlazione fra la cannabis e il rischio di sviluppare malattie mentali, anche se in realtà ben più pericolosa della cannabis è la skunk, definita anche “super-cannabis”.
Il pericolo di incappare in una patologia mentale per quelli che fumano skunk aumenta infatti del 24%, secondo quanto evidenziano le ricerche condotte da alcuni studiosi del King’s College di Londra. A determinare tale aumento del rischio è la quantità superiore di THC, tetraidrocannabinolo, contenuto nella skunk, che sarebbe circa 25 volte superiore alla quantità di THC presente nell’hashish comune.
La ricerca degli studiosi londinesi, capitanati dal professor Robin Murray, è durata circa sei anni, nel corso dei quali sono state prese in esame 470 persone di età compresa fra i 18 e 65 anni. I soggetti erano già pazienti di un ospedale psichiatrico ed erano provenienti tutti da Londra. Questi pazienti sono stati confrontati con 370 persone sane e dalla comparazione fra i due gruppi di individui si è potuto evincere che il consumo di super-cannabis aumenta di cinque volte i rischi di sviluppare malattie mentali, come ad esempio disturbo bipolare, schizofrenia e psicosi. I più esposti a tali rischi, naturalmente, sono gli individui che consumano super-cannabis ogni giorno.
Nell’arco degli ultimi dieci anni, in Gran Bretagna il consumo di cannabis è sceso del 40%, ma si consuma maggiormente super-cannabis, variante che si potrebbe definire extra-forte della cannabis tradizionale. Dunque, secondo i ricercatori, la frequenza di consumo e l’aumento della potenza della sostanza sarebbero alla base dello sviluppo di problemi di tipo mentale. Un dato allarmante e che potrebbe preoccupare ancora di più alla luce del fatto che nei Paesi Bassi sono già state sviluppate altre varietà di cannabis, addirittura due volte più potenti dell’attuale skunk.
La situazione non è molto differente in Italia, dove una ricerca della Sopsi, “Società italiana di psicopatologia”, ha evidenziato una pericolosa tendenza soprattutto fra i giovanissimi (età compresa fra 10 e 19 anni) che ha visto incrementare le psicopatologie dovute ad uso eccessivo di sostante stupefacenti e alcol. Da un ulteriore studio che ha riguardato oltre un centinaio di adolescenti e giovani sino ai 24 anni di età è emerso che la metà dei soggetti ha fumato cannabis almeno una volta nell’arco della sua vita e il 22% un consumatore abituale.
Fra i fumatori di cannabis sono stati diversi i casi di allucinazioni visive e uditive e di rallentamento del tempo, tutti fenomeni che a lungo andare potrebbero facilitare l’insorgere di malattie mentali.