L’Alzheimer è una malattia degenerativa molto diffusa, che, purtroppo ormai, colpisce milioni di persone in tutto il Mondo. E’ una malattia che va a colpire il cervello e che inesorabilmente condiziona fattori quali la memoria e le altre capacità cognitive, rendendo impossibile al soggetto affetto il proseguimento di una vita normale.
Sono state esaminate diverse cause che possono portare alla comparsa di questa malattia, ma, nonostante l’incertezza sulle origini della stessa, il fattore ereditarietà è uno dei meno influenti, considerando che gli esperti hanno stabilito come nel 95% del caso la sua insorgenza abbia carattere “sporadico”, non essendo legata ad alcuna situazione familiare pregressa.
Gli ultimi studi, al contrario, sembrano evidenziare come esista una correlazione fra Alzheimer ed esposizione solare. Sebbene la stessa, come tutti sappiamo, non sia esente da pericoli, però, un’esposizione controllata sembra essere fondamentale ai fini della nostra salute, poichè si traduce in una produzione di vitamina D.
Lo studio elaborato in Scozia, infatti, afferma che tra le possibili cause di questa malattia vi sarebbe la mancata esposizione al Sole. In relazione a questo triangolo composto da malattia, esposizione e vitamina D, i ricercatori dell’Università di Edimburgo identificherebbero, quindi, nella posizione geografica un possibile fattore di incidenza, in quanto le regioni più a Nord e meno soleggiate, presentano nella popolazione più bassi livelli di vitamina D.
Le ricerche, ad esempio, hanno portato alla luce l’esistenza di una palese divisione geografica nei tassi di demenza, con gemelli svedesi che, quando al Nord, presentavano anche un’incidenza maggiore 2 o 3 volte rispetto ai propri familiari che risiedevano in territori più prossimi all’Equatore. Analoghi risultati emersi da un campione di Scozzesi.
La ricerca pubblicata su “Neurology” evidenzia come anche una semplice insufficienza moderata di vitamina D si traduca in un aumento del rischio del 53% di sviluppare una forma di demenza, qualora la carenza raggiunga livelli ancora maggiori, la possibilità arriva anche più che a raddoppiarsi.
Si tratta di prime importanti conclusioni che, però, abbisognano di ulteriori conferme per stabilire con certezza se luce solare o gli integratori di vitamina D possano costituire realmente validi strumenti nella prevenzione all’Alzheimer. Non occorrono, però, ulteriori ricerche per sottolineare come la vitamina D sia essenziale ai fini di un corretto processo di mineralizzazione di ossa e denti, in relazione alla crescita e al rimodellamento osseo e anche come regolatore metabolico di fosforo e calcio.
Vitamina D che può essere assunta essenzialmente attraverso 3 canali: mediante l’esposizione della pelle alla luce solare
(nella bella stagione risulta sufficiente anche un solo quarto d’ora, mentre negli altri periodi dovremmo rimanere, possibilmente, per un tempo maggiore), attraverso un’alimentazione che contempli pesce ( sgombero, aringa, sardine, olio di fegato di merluzzo) ma anche uova, formaggi grassi e burro, o , infine, utilizzando integratori vitaminici.
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