Eroina e donna bellissima Amelia Mary Earhart scomparve misteriosamente durante il giro del mondo con il suo Lockheed Electra il 2 luglio 1937 diventando definitivamente una leggenda.
Un mito Amelia, soprannominata dai media la Regina dell’aria per le sue imprese e per i suoi record: fu la prima donna ad attraversare l’Atlantico nel 1928 e nel 1932 compì la stessa impresa ma in solitaria, nessuno prima di lei, eccetto Charles Lindbergh, aveva mai osato tanto.
Erano gli anni 20 quando Amelia si avvicino per la prima volta ad un aereo, il padre pago 10 dollari per farle fare un giro su Los Angeles di 10 minuti durante un raduno aeronautico, quell’evento segno per sempre la sua vita. Fin da bambina collezionava ritagli di giornale riportanti celebri imprese femminili ed ora toccava a lei far vedere al mondo che anche le donne potevano cimentarsi in lavori prettamente maschili. Cominciò a prendere lezioni di volo e grazie all’aiuto dei genitori riuscì a comprare un biplano con il quale conquisto primati mondiali mostrando a tutto il mondo il suo immenso coraggio.
Era il 1937 e la Earhart decise di cimentarsi in un impresa ambiziosa, insieme al navigatore Frederick Noonan partì per il giro del mondo in aereo a bordo del Lockheed Electra: fu la sua ultima impresa.
L’aereo precipitò e probabilmente si inabisso nell’Oceano Pacifico, i due occupanti non vennero ritrovati nonostante le massicce risorse di soldi (4 milioni di dollari) e mezzi messe a disposizione dal Presidente Roosevelt: 10 aerei e 66 navi che setacciarono 250.000 miglia quadrate di oceano al largo dell’atollo Howland. Le cause dell’incidente non sono chiare probabilmente si tratto di un avaria o delle difficoltà legate alle comunicazioni radio. Amelia cercò disperatamente di mettersi in contato con la Guardia Costiera americana, il carburante stava per finire e sia lei che il suo navigatore non riuscivano ad avvistare l’isola di Howland, atollo a tremila miglia a sud est di Honolulu. La Guardia Costiera tento invano di mettersi in contatto con l’aereo, la comunicazione via radio, forse per un guasto, non andò a buon fine così si tentò con il codice Morse inviando segnali di fumo ma le condizioni meteo non erano favorevoli e i piloti non riuscirono ad avvistare nulla: il Lockheed Electra precipitò.
Dopo 15 giorni le ricerche cessarono e l’eroina nazionale americana venne ufficialmente dichiarata morta. Ma i miti non muoiono mai e così negli anni successivi si fanno strada le leggende: sono sorte diverse ipotese sulla scomparsa della Earhart. Secondo un documentario del National Geographic Amelia e Noonan non sarebbero deceduti nell’inabissamento del velivolo ma sarebbero stati fatti prigionieri dai Giapponesi e giustiziati perché spie o morti di dissenteria.
Un’altra leggenda vede Amelia diventare una casalinga Irene Bolam e trascorrere la sua vecchiaia serenamente nel New Jersey.
Non manca neppure chi in Amelia vede una spia al servizio degli americani che simulò l’avaria all’aereo per permettere al governo di compiere alcune manovre nei cieli del pacifico.
Le ipotesi più accreditate vedono però l’inabissamento del velivolo a poche miglia dall’isola di Howland.
Nel 2010, grazie agli scavi condotti dall’International Group for Historic Aircraft Recovery (TIGHAR), sono stati ritrovati alcuni resti ossei e oggetti (frammenti di vetro barattoli e oggetti rudimentali per aprire frutti di mare e gusci) nei pressi dell’isolotto disabitato di Nikumaroro, aprendo una nuova ipotesi sulla fine dell’aviatrice che avrebbe raggiunto l’atollo deserto per poi morire li tempo dopo.
Inoltre nel 1940 il governo di sua maestà avrebbe inviato nell’isola di Nikumaroro una spedizione che ritrovò i resti in decomposizione di una donna, una suola di scarpe numero 39 (compatibile con le scarpe portate da Amelia), pezzi di un sestante e utensili. Ora manca solo il ritrovamento dell’aereo per far luce sul mistero dell’aviatrice più famosa, carismatica ed affascinante e il TIGHAR si appresta a partire alla ricerca del velivolo.