Il Re dell’Arabia Saudita Salman sembra essere un personaggio che gli annali della storia ricorderanno per molto tempo. Considerata l’età avanzata, la leggera forma di demenza senile di cui soffre e la salute non proprio di ferro, Re Salman ha deciso di abdicare, cosa che potrebbe essere considerata normale se non fosse per i vari cambiamenti che questo passaggio di trono comporta.
Il primo cambiamento attuato proprio dal re saudita è la modifica della linea di successione al trono. Dopo decenni di sovrani ultrasettantenni, il re ha cambiato la linea di successione, stabilendo che l’erede al trono non sarebbe più stato il principe ereditario Mohamed bin Nayef (58 anni) suo nipote, ma il suo figlio prediletto Mohammed bin Salman.
Questa linea di rivoluzione va incontro al programma del giovane Mohammed, che punta sulle nuove generazioni per l’innovazione culturale del Paese più conservatore del mondo arabo. Il futuro monarca è l’architetto di Vision 2030 e punta, grazie a questo piano, a staccare l’Arabia Saudita dalla sua dipendenza dal petrolio e ad inserire giovani e donne sul mercato del lavoro.
Accettata di buon grado la politica interna di innovazione, ciò che preoccupa per la scelta di Mohammed bin Salman, come successore di Re Salam, è l’idea di politica estera che questi ha intenzione di condurre, molto aggressiva ed incisiva; con l’intento di riaffermare la potenza e la leadership saudita nel mondo islamico.