Torna la speranza di un possibile accordo tra ArcelorMittal e il Governo dopo la decisione da parte della multinazionale franco-indiana di sospendere il provvedimento che avrebbe portato allo spegnimento degli altiforni nel giro di poche settimane, decretando di fatto la fine dell’ex Ilva. L’azienda ha deciso per lo stop della procedura relativa allo spegnimento degli impianti dell’acciaieria più grande d’Europa a seguito del pressing portato dai giudici di Milano, che nei giorni precedenti avevano invitato ArcelorMittal a tornare sui propri passi. La multinazionale ha poi comunicato alle sigle sindacali la decisione di sospendere temporaneamente lo spegnimento dell’ex Ilva di Taranto.
La discesa in campo di Sergio Mattarella
Non è un caso che ArcelorMittal abbia fatto retromarcia nello stesso giorno in cui il Capo dello Stato Sergio Mattarella ha incontrato i sindacati al Quirinale, sottolineando al termine del confronto come la vicenda dell’ex Ilva sia centrale per il Paese. L’incontro era stato chiesto dalle sigle sindacali. Secondo il calendario comunicato nei giorni scorsi dall’amministratore delegato di ArcelorMittal ai sindacati, la prima chiusura avrebbe riguardato l’altoforno Afo2. Al momento, però, lo spegnimento è scongiurato, tanto che la multinazionale franco-indiana ha perfino riaperto gli uffici commerciali per la vendita del prodotto, come annunciato nella giornata di ieri da Giuseppe Romano (Fiom Cgil della regione Puglia).
‘Non c’è tempo da perdere’: l’appello di Maurizio Landini
Il segretario generale della Cgil Maurizio Landini ha espresso la propria soddisfazione per il primo passo indietro manifestato da ArcelorMittal con la sospensione della chiusura degli impianti. L’ex numero uno della Fiom ha però affermato come ora non ci sia più tempo da perdere, chiedendo al Governo di ristabilire la normativa esistente al momento dell’accordo con la multinazionale franco-indiana.