È una firma che pesa tantissimo quella che va ad aggiungersi al protocollo della Fur Free Alliance, la coalizione che riunisce oltre 40 associazioni impegnate, in tutto il mondo, a difendere i diritti degli animali.
Dopo Tommy Hilfiger, Boss, Calvin Klein, l’italianissima Elisabetta Franchi, Vivienne Westwood e Stella McCartney, è il simbolo italiano della moda senza tempo, Giorgio Armani, a rivoluzionare uno degli ultimi tabù della moda haute couture.
Secondo Re Giorgio, le nuove procedure tecnologiche permettono, ormai, di ricorrere a valide alternative che hanno reso inutile utilizzare pratiche tradizionali e crudeli nei confronti degli animali e, aggiunge, che la sua casa di moda è intenzionata a portare avanti quel processo virtuoso intrapreso da tempo e che sottolinea l’attenzione verso l’ambiente e gli animali.
A premere l’acceleratore verso il graduale ma, sperano gli animalisti, definitivo affrancamento dalla pellicce di origine animale è stato, senza ombra di dubbio, il sostanziale salto di qualità della pelliccia ecologica. Basti pensare, in questo senso, al Kanekaron, una fibra sintetica inventata in Giappone e prodotta dal colosso Kaneka. Inizialmente pensata per sostituire l’amianto nelle divise di ordinanza dei pompieri, si è rivelata particolarmente adatta per morbidezza e consistenza.
Insomma, tutti coloro che continuavano a difendere le pellicce in nome di una resistenza a fantomatici capi ispidi e senza stile, ora avranno da ricredersi. La scelta di una griffe autorevole come Armani testimonia l’altissima qualità raggiunta, rinunciando al sacrificio inutile.
Sostegno alla scelta dello stilista anche dalla rete che lancia l’hastag #furfreearmani, diventato virale su Twitter. Non sono mancati i commenti anche dal mondo della politica: l’ex ministro Michela Vittoria Brambilla, da sempre in prima linea nella salvaguardia degli animali, si è detta soddisfatta della scelta della casa di moda e rilancia, auspicando che questa scelta sia d’ispirazione al Parlamento affinché arrivi a vietare gli allevamenti destinati esclusivamente alla produzione di pellicce.