Tra i vari provvedimenti previsti dalla legge di stabilità ne è stato inserito uno che tratta il tema delle auto storiche o, meglio, di quelle auto che vengono spacciate per storiche (acquisendone i benefici) senza, in realtà, esserlo. Secondo le stime fatte recentemente, il numero di quest’ultime in questi ultimi anni è salito, in Italia, a circa 4 milioni, favorito dal fatto che il termine per poter comprendere un’auto tra quelle “storiche” era di 20 anni.
Ora, con le nuove indicazioni dettate dalla legge di stabilità, il termine è stato aumentato a 30 anni; su tutte le altre auto andrà pagato il bollo. Questo provvedimento è volto a tutelare i proprietari di vere auto d’interesse storico, che sono gli unici a poter usufruire della possibilità di non pagare la tassa di possesso, corrispondendo solo 25 euro nel caso in cui le auto dovessero scendere in strada invece che rimanere custodite all’interno dei garage.
La stretta fiscale che si è resa necessaria per questo comparto comprende, oltre alle autovetture, anche i motocicli, estendendo anche a quest’ultimi la durata e portandola sempre a 30 anni in luogo dei 20 previsti in precedenza.
Esaminando dettagliatamente la nuova disciplina il Ddl finisce per abrogare sia il comma 2 che il comma 3 della legge 342/2000.
Adesso bisognerà attendere per vedere se arriverà una stretta anche per quanto riguarda l’RcAuto; le auto storiche, infatti, anche da questo punto di vista godono di privilegi, con un premio annuale da corrispondere alle compagnie di assicurazione molto ridotto. Questo premio ridotto è determinato dal fatto che molte delle vetture non vengono effettivamente utilizzate, rendendo improbabile il verificarsi di un sinistro. Inoltre, alcune compagnie prevedono delle convenzioni per alcune auto, portando il canone annuale ad essere ancora più basso. Quello che si prevede è l’introduzione di una normale assicurazione per le auto che hanno meno di 20 anni d’età. Si attendono, ora, le reazioni da parte di chi, fino ad oggi, si è trovato a possedere un’auto sulla quale le spese da sostenere erano minime e che, con l’introduzione di queste modifiche, rischia di non riuscire a far fronte ai costi che comporterà mantenerle. Di sicuro, però, si riusciranno ad evitare le truffe che, oggi, sono all’ordine del giorno.