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Basket play-off: Sassari suona la settima a Milano. Per la Dinamo storica finale in attesa del match del Taliercio

Quello che sembrava non potesse succedere è accaduto: in gara 7 della semifinale scudetto del basket, Sassari scuce lo scudetto dalle maglie dell’Armani Milano vincendo dopo un supplementare e certificando il fallimento della stagione meneghina. E’ una serata storica per la pallacanestro sassarese e per tutta la Sardegna che per la prima volta raggiunge la finale, nella quale incontrerà la vincente, anche in questo caso arrivata alla settima, Reyer Venezia – Reggio Emilia,  stasera al Taliercio. E comunque vada sarà un grande rinnovamento per la pallacanestro italiana, visto che lo scudetto arriverà sulle maglie di una formazione che non ha mai vinto il titolo.

Gara 7 è stata appassionante e c’è voluto anche un supplementare per decretare la squadra vincente; Sassari si è ripresa dallo shock dell’aver sprecato i due match-ball che aveva sul 3 – 1, il secondo dei quali in casa, e si è aggrappata alla volontà del gruppo e di un allenatore che ha portato un’isola intera a sognare il titolo. Anche nella scorsa stagione le due formazioni si erano affrontate in semifinale ed in quell’occasione la vittoria aveva arriso a Milano, ora la situazione si è ribaltata e il risultato premia una stagione da incorniciare, ma vede anche il fallimento della gestione dell’Armani, che nonostante i grandi investimenti è rimasta a bocca asciutta, venendo battuta, sempre da Sassari, sia nella Supercoppa, che nella Coppa Italia. , alla facci di chi dice che non esistono le “bestie nere”.
L’equilibrio che è stato la costante della serie che ha visto i Sardi sbancare due volte il Forum di Assago e l’Olimpia Milano una volta il PalaSerradimigni, si è spezzato solo nei 5 minuti del supplementare di gara 7, supplementare agguantato con tenacia dalla truppa di Sacchetti con due rimbalzi dopo il libero sbagliato appositamente da Dyson e trasformati in due punti da Sanders mentre stava suonando la sirena di fine regolamentari. Uno degli artefici è stato sicuramente Logan, migliore degli ospiti nei  minuti dell’extratime, ma Sacchetti deve ringraziare tutti i suoi che sono stati bravi soprattutto nel “resettare” quanto successo in gara 6 ed anche nel non tener conto delle voci di protesta che si alzavano dall’ambiente della stampa isolana che protestava a gran voce per alcune fischiate “incomprensibili” nel corso della partita stessa. Senza andare sul campo con il ruolo della vittima sacrificale, ne lamentandosi, la Dinamo ha colto nel segno e causato le lacrime a fine gara dei tifosi milanesi che avevano riempito all’inverosimile il Forum, ed anche di alcuni giocatori dell’Armani, tra i quali il capitano Alessandro Gentile, ultimo dei suoi ad arrendersi, ma anche autore di alcune forzature in alcune fasi di gioco, forse perché alcuni suoi compagni non avevano i necessari “attributi” per prendersi le loro responsabilità. Samuels ha lottato come un leone, ha saputo prendersi una serie importante di tiri liberi, con un totale di 25 punti messi a segno, ma la batteria dei lunghi milanesi, nella quale ha fatto rientro Elegar, ha perso il confronto a rimbalzo con quella sassarese, meno potente, ma sicuramente più dinamica, specialmente con Lawal, autore anche di imperiose schiacciate. Banchi, il cui percorso con la formazione milanese rischia ora di subire uno stop, ha ritrovato anche Hackett dopo le due giornate di squalifica, ma l’Azzurro non è stato mai decisivo nel orso del match.

In avvio il Forum è una bolgia di colore biancorosso, ma si vede anche lo spicchio bianco blu dei tifosi arrivati dalla Sardegna per sperare nel sogno. Il pallone nelle prime fasi sembra pesare molto per entrambe le squadre, e si va avanti in equilibrio fino a quando Milano non costruisce il suo primo allungo sull’asse Ragland – Samuels. In casa Dinamo molto bene De Vecchi, in difesa su gentile, miglior uomo di Milano nelle ultime due gare, mentre manca l’apporto essenziale di Logan. Anche Dyson prova ad attaccare ripetutamente il ferro, ma le sue incursioni non sortiscono effetti. Dal 17 – 11 Ragland conduce Milano al massimo vantaggio quando suona la prima sirena (25-14), nonostante che Lawal faccia la voce grossa ai rimbalzi.
Nel secondo periodo Sacchetti indovina la mossa giusta per mettere in difficoltà i padroni di casa, schierando un quintetto “basso”, ma molto fisico, senza nessun centro “vero”. Banchi accetta la sfida ed abbassa anche lui il quintetto, ma senza Samuels, e senza Ragland, sostituito da Hackett, non è la stessa Milano, e gli ospiti riescono a piazzare un break importante a proprio favore ( 18 – 6) nell’arco di 7 minuti, riaprendo completamente la gara. Arriva anche il primo vantaggio sardo, firmato proprio dal “figlio del coach”, dopo che Sanders e Jeff Brooks avevano operato il riavvicinamento. Torna in campo Samuels, ma Sassari ha ormai ritrovato il ritmo e le triple, una delle armi fondamentali del suo gioco.

I tiri pesanti di Dyson e Sanders portano gli ospiti a +8 (35-43) dopo l’inizio del terzo quarto, poi arrivano anche le triple di Ragland e di Moss dall’angolo, sua posizione preferita. Milano torna avanti nel punteggio quando ritorna a coinvolgere Samuels. Con i palloni in mano al suo centro Milano arriva al + 8, che dura però poco dato che i Sassaresi sono bravi a non mollare la presa e iniziano anche a beneficiare di liberi a favore. L’equilibrio continua fino alla fine. Quando mancano solo 9 secondi Cerella dalla linea della carità porta i suoi a + 3, poi il fallo di Melli manda in lunetta Dyson. Primo a segno e secondo sbagliato alla ricerca del rimbalzo, che arriva e viene trasformato nei due punti del supplementare.
Apre Logan con una tripla, poi si va avanti ancora con l’equilibrio e quando mancano 100 secondi Milano è a + 1. Il finale è concitato; ancora Logan per i Sardi, poi lo stillicidio dei viaggi in lunetta che alla fine premiano Sassari con l’ultimo 2/2 dalla linea messo a segno da Brian Sacchetti. Il sogno è realtà, per la Dinamo Sassari è la prima finale scudetto.

 

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