Dopo il successo, datato 2009, avuto con il film “Nemico Pubblico“, il regista Michael Mann (regista anche dei non meno noti “L’ultimo dei Mohicani” “Alì“, “Collateral” e “MIami Vice”), si rimette in gioco scrivendo, dirigendo e producendo un nuovo lavoro, ovvero “Blackhat“.
Il film, le cui riprese sono iniziate nel 2013, mescola sapientemente azione, drammae thriller ed è in uscita in tutte le sale cinematografiche italiane il 12 Marzo 2015.
La trama
Tutto ha inizio con due tragici eventi criminali che sconvolgono il mondo e dietro cui si cela un attacco informatico. Il primo evento in Cina, ad Hong Kong, dove esplode una centrale nucleare. Il secondo in America, a Chicago, dove a causa dell’ennesimo attacco, le borse subiscono le logiche forti ripercussioni, portando ad un brusco innalzamento del prezzo della soia.
A causa di queste due tragedie, le autorità cinesi e quelle americane si ritrovano, seppur malvolentieri, nella necessità di dover cooperare per cercare di fermare questi attacchi. Mediante continue pressioni attuate dal capitano Dawai nei confronti dell’FBI, si arriva ad una conclusione: per sconfiggere questo male bisogna colpirlo dall’interno avvalendosi della collaborazione di un personaggio che, a sua volta, è un criminale. Si tratta di Nick Hathaway (impersonato dal bel Chris Hemsworth, noto volto di Thor), rinchiuso in un carcere di massima sicurezza, per crimini informatici. E così, chiedendo semplicemente di poter ottenere la libertà in caso di vittoria, iniziano le indagini che saranno ricche di azioni e colpi di scena. Riuscirà Nick a riavere la libertà perduta e di cui ha capito il vero valore?
Il titolo del film deriva da un termine informatico, “black hat”, anche noto come “hacker immorale”. Tale termine indica un hacker spinto da intenzioni di origine criminale, che utilizza le sue grandi preparazioni a livello informatico a scopo esclusivamente illecito.
La trama di questa nuovissima pellicola è abbastanza semplice e coerente con il tema trattato, ovvero il cyber-crimine. Il tema principale diventa, quindi, quello della caccia al crimine e della ricerca della libertà perduta.
L’azione non manca, anche se non è l’elemento su cui si tende a concentrarsi maggiormente. Pochissime sono le scene girate di giorno, con la prevalenza delle ambientazioni buie e oscure, in pieno “stile Mann”. Si evince, in tantissimi particolari, a cominciare dalle strade buie illuminate solamente dalla luce falsa ed artificiale delle insegne e dei lampioni, la predilezione del regista per i cromatismi freddi (annunciatori di morte e presunta distruzione) che si era già notata in altri lavori, come “Nemico Pubblico”. I dialoghi presenti all’interno del film sono relativamente pochi, ma i protagonisti riescono comunque a comunicare tantissimo, utilizzando semplicemente lo sguardo.
Qual è, quindi, il messaggio che predomina e che vuole arrivare allo spettatore? Chi guarda questo film, rimane stupito da diversi aspetti del protagonista principale, il criminale Nick, disposto a tutto pur di riconquistare la propria libertà perduta.
Il criminale, infatti, che di innocente ha ben poco, mostra principalmente due valori: è leale verso l’amore e determinato nell’inseguire la verità, anche a costo della propria vita per riavere la propria libertà, che riacquista un valore impareggiabile. Ecco perché Nick Hathawway riesce ad affrancarsi dal suo passato, assurgendo al ruolo di cupo eroe.
Tra i protagonisti principali Tang Wei (Lien Chen) e Leehom Wang (Chen Dawai), oltre l’interpretazione impeccabile di Chris Hemsworth nel ruolo di Nick Hathaway.