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Bolivia, lo sciopero dei minatori finisce in tragedia. Ucciso il viceministro dell’Interno

Era stato incaricato di andare personalmente a trattare con i minatori che avevano manifestato il proprio dissenso scioperando ed è stato ucciso. Il corpo del viceministro dell’Interno Rodolfo Illanes è stato rinvenuto dalla polizia che ha reagito arrestando più di 100 persone che potessero avere un qualsiasi collegamento con la vicenda.

La trattativa riguardava dei blocchi stradali che i minatori stessi avevano deciso di mettere a circa 160 chilometri dalla città di La Paz che, nelle ultime ore stavano creando un gran numero di disagi alla circolazione dei beni di prima necessità.
Tutto era iniziato dalla richiesta dei minatori di avere una maggior rappresentanza sindacale e un alleggerimento delle normative sull’ambiente permettendo loro maggiori possibilità lavorative.

Secondo voci uscite dopo il tragico avvenimento, lo stesso viceministro dell’Interno Illanes si era proposto per andare a trattare con gli scioperanti. A riprova di ciò ci sono le sue dichiarazioni rilasciate qualche ora prima di essere rapito e successivamente ucciso. Incalzato dai mass media infatti ostentava sicurezza, sottolineando come si sentisse ampiamente in grado di compiere questa operazione, forte anche del sicuro aiuto e dell’adeguata protezione che avrebbe ricevuto in caso di pericolo dai suoi compagni.

Il 26 agosto però, giorno della trattativa, qualcosa non dev’essere andato per il verso giusto per il viceministro dell’Interno.
Il governo boliviano, venuto a conoscenza dell’accaduto ha mostrato subito il pugno duro procedendo con l’arresto di 100 persone. La prima risposta istituzionale arriva dal ministro della Difesa Ferreira il quale sottolinea come verrà fatto di tutto pur di non lasciare impunito l’accaduto.