La Siria continua ad essere teatro di azioni di guerra da parte della Russia e della coalizione guidata dagli Stati Uniti, che proseguono con i raid aerei. Intanto l’Ondus, l’Osservatorio per i diritti umani, ha diramato la notizia di un’altra barbara esecuzione da parte dell’Isis, che dopo aver legato tre “detenuti” imbottiti di esplosivo, alle colonne del sito archeologico di Palmira, li hanno fatti esplodere. Un oltraggio, oltre che alla vita umana, anche alle bellezze archeologiche della regione, che stanno subendo continuamente distruzioni da parte dei miliziani dello Stato Islamico.
Secondo quanto si apprende, i miliziani stanno escogitando nuovi metodi di esecuzione, sempre più spettacolari, per ribadire la loro presenza e la loro crudeltà. Dopo aver iniziato con decapitazioni e crocifissioni in pubblico, negli scorsi giorni sono state diffuse delle foto nelle quali si vedeva un carro armato che passava sopra ad un soldato dell’esercito siriano, facendolo a pezzi; ora l’esplosione dei “detenuti” legati alle colonne di Palmira, in una escalation che sembra non avere fine, nonostante i pesanti raid aerei sulle zone di Aleppo, Idlib e Hama. Intanto le Ong confermano che l’offensiva aerea russa sta provocando una fuga in massa di civili, circa 130mila, dalle zone interessate dai bombardamenti.
Molti anche quelli che sono rimasti intrappolati in città, sia ad Aleppo che a Homs. Secondo le Ong in questi giorni le incursioni aeree hanno colpito anche dei campi dove erano stati installati dei centri sanitari, ed anche le scuole e gli ospedali sono a rischio. Le notizia sembrano essere indirettamente confermate anche da Mosca, che in una sua nota ha confermato che l’aviazione sovietica ha colpito 94 obiettivi considerati “terroristici”, ma ha smentito categoricamente che siano stati colpiti dei civili. Ad Aleppo, durante una messa, un colpo di mortaio ha colpito una chiesa che si trova nel quartiere di Aziziyeh, ed è dedicata a San Francesco. La granata fortunatamente è esplosa all’esterno, dopo aver colpito il tetto della chiesa, ed ha causato solo sette feriti. Di questa crisi ha parlato anche il Papa, il quale ha auspicato che a causa delle guerre i cristiani dell’Iraq e del Medio Oriente non siano costretti a fuggire.