Bufera sul carcere di Lipsia, dove ieri notte è stato rinvenuto morto Jaber Al-bakr, il siriano di ventidue anni sospettato di essere un presunto terrorista. L’uomo nonostante la continua sorveglianza, è stato rinvenuto durante un giro di ispezione impiccato alle sbarre della cella, dove si trovava in stato di fermo giudiziario.
Il giovane al centro di un imponente caccia all’uomo, era stato preso in consegna dalle autorità teutoniche dopo che alcuni connazionali lo avevano bloccato, egli doveva essere interrogato nelle ore successive alla sua morte, e la vicenda presumibilmente porterà una buona dose di polemiche soprattutto per come essa è avvenuta.
Il sospetto era stato infatti catalogato a “rischio suicidio” dopo che aveva manifestato la sua volontà di iniziare uno sciopero della fame, non si capisce come mai però nella sua cella sia stato lasciato il materiale, con cui ha realizzato la corda utilizzata per il suicidio.
Albakr che era giunto in Germania nel febbraio 2015, aveva presentato domanda di asilo nel aprile dello stesso anno, la domanda era stata all’epoca accettata e mai revocata, nonostante i suoi presunti legami con l’esercito del califfato.
L’uomo era stato individuato dopo una segnalazione dei servizi segreti, nella sua abitazione durante una grossa operazione di polizia era stato rinvenuto un tipo di esplosivo, il Tatp, ad alto potenziale. La convinzione degli investigatori era che l’uomo stesse preparando un attentato suicida in uno dei due aeroporti di Berlino.
Una conferenza stampa è stata fissata per la mattinata, i giornalisti sperano che in quest’ultima si possa fare luce sul suicidio, un suicidio che lancia inquietanti ombre sulla gestione dei sospettati, da parte delle strutture carcerarie tedesche.