C’era una volta il Mondiale in Brasile: gli stadi da milioni di euro ora inutilizzati o rifugi per homeless o bus
È stato questo il triste destino delle enormi arene costruite appositamente per ospitare i Mondiali di Calcio 2014. Milioni di Reais sono stati investiti per rimodernare o costruire da zero ben sei stadi, che, però, dopo la Coppa non hanno avuto più alcun utilizzo.
I Mondiali di Calcio non si sono svolti solo a Rio o San Paolo, città in cui la tradizione calcistica è molto forte, ma anche negli angoli più remoti del Brasile come Cuiabà, piccola città centro del Brasile e Manaus, situata in Amazzonia.
Non c’è da stupirsi, dunque, che gli immensi stadi costruiti exnovo in piccole e remote città come quelle sopracitate, appositamente per ospitare le partite della Coppa, finiti i Mondiali, vengano utilizzati per tutt’altro e lasciati al degrado.
Lo stadio di Cuiabà: abbandonato e diventato rifugio per i senzatetto
L’Arena Pantanal è stata costruita a Cuiabá, piccola città che sorge a pochi passi dalla foresta subtropicale. Lo stadio, costato al Brasile ben 173 milioni di Euro, è stata abbandonata subito dopo il 24 Giugno, data che ha visto disputarsi a Cuiabà lo scontro Giappone-Colombia. Da quel giorno in poi, il compito dello stadio sarebbe dovuto essere quello di ospitare le partite della squadra autoctona, il Mixto Esporte sebbene il pubblico pagante per partita non sia superiore ai 1.000 spettatori. Uno spreco evidente considerando che l’Arena Pantanal è stata costruita per ospitarne oltre 40.000.
Dopo il 24 Giugno lo stadio è stato chiuso di urgenza per manutenzione e, da quel giorno in poi, gli spogliatoi dell’arena Pantanal sono diventati un costoso riparo per i numerosi senzatetto della città, mentre l’ampio parcheggio viene utilizzato come deposito per gli autobus.
Manaus: l’Arena de Amazonia abbandonata a se stessa
Che fine ha fatto l’Arena di Manaus, lo stadio in cui abbiamo giocato Italia-Inghilterra? Lo stadio della città, situata nel bel mezzo della foresta amazzonica è stato abbandonato a se stesso.
La risposta dei dirigenti alle domande sul destino dell’arena, prima dello svolgersi del Mondiale, fu questa: finita la Coppa, lo stadio di Manaus verrà utilizzato per ospitare le partite delle squadre del posto, il Nacional e il Sao Luiz. Il tempo, però, ha dato una risposta ben diversa: l’Arena de Amazonia è stata abbandonata a sè stessa. Le squadre autoctone, infatti, contano circa 2.000 spettatori paganti a partita e, dunque, non possono permettersi di utilizzare la struttura costruita per il Mondiale. L’impianto sportivo è in grado di ospitare un pubblico di 44mila spettatori ed è costato al governo brasiliano ben 670 milioni di Reais ovvero circa 200 milioni di Euro, fuori dal budget previsto per più di 100 milioni di Reais.
Il Garrincha a Brasilia: 500 milioni di Euro per lo stadio di una città a cui il calcio non interessa
La cifra più consistente investita per i Mondiali 2014 è stata quella spesa per costruire il Garrincha, situato nella capitale, Brasilia. L’arena intitolata ad una delle ali più forti di sempre ha richiesto al governo brasiliano una spesa di oltre 500 milioni di Euro, cifra esagerata considerando che la gigantesca metropoli non ha alcuna tradizione calcistica. Sebbene Brasilia sia la capitale e conti milioni e milioni di abitanti, le squadre di calcio del luogo contano a malapena 5.000 spettatori paganti a stagione. Dunque, considerato il fatto che il Garrincha arriva ad ospitare ben 70.000 spettatori, è comprensibile che le squadre di calcio del luogo preferiscano disputare i match in arene molto più piccole, lasciando il Garrincha al suo triste destino, ovvero deposito di mezzi pubblici.
Questi erano solo i casi più eclatanti, ma sono molti gli altri luoghi costruiti per il Mondiale 2014, oggi lasciati al degrado oppure utilizzati per ben più modesti scopi. L’Arena das Dunas di Natal oggi, ad esempio, viene affittata per organizzare feste.