Calciomercato: dopo 56 anni finiscono le comproprietà, ecco cosa hanno decretato le buste ieri
Si è conclusa in data 25 Giugno 2015 la storia di una delle figure che ha caratterizzato il mercato calcistico negli ultimi 50 anni: la comproprietà.
Tale formula ha dato l’addio al calcio in una giornata che, come accaduto anche negli scorsi anni, ha visto in alcuni casi le società trovare un accordo mentre, in altri è stato necessario ricorrere all’apertura delle buste. Molti i giocatori coinvolti anche in questa occasione, soprattutto giovani di belle prospettive.
Tra le risoluzioni più attese quella di Benassi e di Berardi. Per il primo è stato necessario ricorrere alle buste, l’apertura delle quali ha decretato che il giocatore, il prossimo anno, vestirà la maglia del Torino. Il centrocampista dell’Under 21, era conteso tra Inter e Granata. Il club di Tohir ha offerto 2,9 milioni di euro, ma i granata sono riusciti a spuntarla grazie ai 3,3 milioni proposti. In rete non sono mancate le polemiche dei tifosi nerazzurri, che, a fronte degli investimenti decisamente maggiori per i vari Kongodbia e Imbula, ad esempio, si sono domandati se non fosse il caso di un maggiore sacrificio economico per un elmento di sicura prospettiva. Viene da pensare che ad Appiano se sono Italiani non li si voglia…
Per Berardi, invece, pieno accordo tra Juventus e Sassuolo; la società bianconera ha deciso di lasciarlo ancora una stagione alla squadra di Di Francesco per una cifra di 15 milioni di euro, riservandosi il diritto di ricomprarlo pagando 18 milioni.
Tra gli altri casi che si sono risolti facendo ricorso alle buste da segnalare Verdi, ritornato al Milan, con Cairo che è riuscito ad incassare dai rossoneri la cifra di circa 500 mila euro. Nessuna sorpresa per quanto riguarda Defrel; il fallimento del Parma lo ha portato automaticamente al Cesena. I soldi del trasferimento, circa 50 mila euro, importo irrisorio visto il valore della punta ma che gli Emiliani potevano non corrispondere comunque, finiranno agli ex dipendenti del club emiliano, che si trovano attualmente senza occupazione. Boakye è finito all’Atalanta, mentre Goldaniga giocherà a Palermo, anche se la sua acquisizione in maglia rosanero era scontata, rientrando lo stesso nell’operazione che ha condotto Dybala alla Juve.
Per De Silvestri la Fiorentina ha deciso di lasciarlo alla Sampdoria, incassando in cambio un milione. Il Napoli ha deciso di riscattare Jorginho, versando al Verona la cifra di 4 milioni di euro. Sempre in tema di riscatti, l’Avellino si è assicurato Bittante, in comproprietà con il Verona.
Molto attivo al Torino che, oltre alle operazioni indicate in precedenza, ha lasciato partire Scaglia e Sperotto finiti, rispettivamente, al Cittadella e al Carpi. Per quanto riguarda la Roma, le buste l’hanno privata di Caprari, ora integralmente di proprietà del Pescara. La squadra della Capitale è riuscita, invece, a riscattare Politano proprio dagli Abruzzesi; l’interessante Barba finisce all’Empoli, mentre Sassuolo e Roma hanno trovato un accordo per Antei, ora interamente di proprietà della squadra neroverde. Colpo del Verona, che riesce ad accaparrarsi Bianchetti, difensore di sicuro avvenire, tanto da essere ormai elemento importante dell’Under 21. Il calciatore ha militato lo scorso anno nelle fila dello Spezia; il Verona lo ha riscattato dall’Inter. Infine, il Napoli ha deciso di puntare su un classe 1996 che ha attirato l’attenzione anche di altri club; si tratta di Luperto.
La decisione di porre fine alla formula della comproprietà è stata presa lo scorso anno, in un’assemblea tenuta della FIGC in data 27 Maggio. In quell’occasione si è avuta l’approvazione della norma che ha abolito le compartecipazioni (conosciute anche come comproprietà), consentendo alle squadre di risolvere gli ultimi casi ancora aperti fino alla data di ieri.
Deve essere sottolineato come la formula delle comproprietà consentiva a 2 società di condividere quelli che erano gli “effetti patrimoniali” nati dalla “titolarità” di un contratto. Sotto questa definizione piuttosto “complicata”, veniva descritto il “possedimento” di un calciatore da parte di due squadre diverse. Si trattava di una formula molto utilizzata nella nostra Serie A, tanto che veniva stimato in 164 il numero di comproprietà esistenti nel massimo campionato italiano. A definire tale formula era un articolo (il 102 bis) delle norme organizzative interne della stessa FIGC, che vedeva la presenza di ben 9 commi, all’interno dei quali veniva specificato come la durata delle compartecipazioni potesse raggiungere un numero massimo di anni pari a 2. Inoltre, era specificato che un accordo tra le società interessate poteva portare ad un prestito ad un terzo club. Inoltre, nelle sessioni di calciomercato, il contratto poteva essere risolto a favore di una delle due società.
Al termine del contratto, le società coinvolte dovevano “risolvere” solamente tra loro la comproprietà, acquistando o vendendo la propria metà del calciatore. In caso di mancato accordo la risoluzione avveniva alle buste, ossia facendo un’offerta depositata alla Lega; chi offriva di più si aggiudicava un giocatore.
Ora, con l’abolizione di tale figura, la speranza è che i rapporti tra i club nel corso delle sessioni di mercato siano più chiari e definiti, anche se il diritto di riaquisto, vedi ad esempio le vicende Morata e Berardi, sembrano essere un nuovo artificio regolamentare per mantenere in vita l’essenza della comproprietà