LE GRANATE DALL’ELICOTTERO – Si è trattato di un vero e proprio attacco, con tanto di lancio di granate e diverse raffiche di mitra che però non hanno causato alcuna vittima, anche perché si è rivelato solamente un caso isolato. Tuttavia, il raid sferrato da un elicottero appartenente alla Polizia Scientifica e rubato dall’agente Oscar Perez per dirigersi verso l’edificio dove ha sede la Corte Suprema di Caracas ha un alto valore simbolico e mostra come il Venezuela sia oramai un Paese diviso tra i sostenitori del Governo guidato da Nicolas Maduro e i suoi oppositori filo-occidentali, contrari alla riforma che presto potrebbe modificare la Costituzione. L’agente ha infatti postato anche online un video nel quale, parlando a nome di una presunta “coalizione di militari”, critica l’esecutivo del successore di Hugo Chavez di essere “corrotto” e chiedendo allo stesso Maduro di dimettersi.
LA DURA REPLICA DI MADURO – L’episodio, oltre a rappresentare l’ennesimo attacco da parte dell’opposizione che fa capo a Henrique Capriles a una delle sedi del potere venezuelano, potrebbe costituire la miccia di un conflitto civile che, secondo alcuni osservatori internazionali, potrebbe diventare inevitabile se verrà messa davvero mano alla Carta Costituzionale.
Come prima reazione all’attacco in elicottero, il locale Ministero degli Interni ha deciso di dare il via libera a uno spiegamento di forze militari senza precedenti per proteggere le sedi governative e altri obiettivi sensibili, mentre la stessa capitale Caracas è oramai blindata.
Dal canto suo, con un lungo comunicato, Maduro ha parlato senza mezzi termini in televisione di “attacco terroristico contro lo Stato”, aggiungendo che i responsabili di quell’azione verranno consegnati alla giustizia. “Quella non è politica, ma un tentativo di golpe” gli ha fatto eco Ernesto Villegas, Ministro per le Comunicazioni, spiegando che gli esecutori materiali probabilmente sono in stretto contatto con alcuni agenti della CIA.
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