Durante la notte sono state trovate morte undici persone in una postazione militare situata nell’arcipelago di Capo Verde, secondo quanto riferito dai media portoghesi. Ancora ignoti i motivi del massacro, le uniche informazioni certe riportano che otto sono i soldati uccisi e tre i civili, due dei quali tecnici spagnoli, che lavoravano nella base come manutentori dell’attrezzatura per le comunicazioni.
Il governo ha deciso di attivare l’unità di crisi e rafforzare i controlli, allertando in particolar modo l’aeroporto internazionale situato nella capitale Praia. Secondo quanto riportato dalla polizia locale, le vittime sono state uccise con proiettili di fucili d’assalto, mentre altre armi sono state ritrovate abbandonate in un’auto lasciata non troppo lontano dalla base militare.
Poiché il movente della strage è ancora sconosciuto, l’allerta diramata dalle autorità ha coinvolto tutti i corpi di controllo del territorio, dalla polizia all’esercito, per garantire protezione al paese e per poter controllare maggiormente i luoghi ritenuti sensibili.
Secondo alcune fonti, il motivo potrebbe essere ricercato all’interno della lotta al narcotraffico: di recente, infatti, Capo Verde e il suo governo, hanno rafforzato i legami con la Dia americana per combattere il commercio e traffico di droga. Basti pensare che nell’ultimo mese, 280 chilogrammi di cocaina sono stati sequestrati durante un’operazione di polizia. Nonostante ciò, tuttavia, le autorità negano che la strage sia legata al narcotraffico, propendendo, invece, per un movente passionale.