AttualitàCronaca

Caso Loris, prima notte in carcere per Veronica Panarello

PRIMA NOTTE IN CARCERE –

“Non sono stata io, lui era il mio bambino”.

Ha continuato a difendersi in lacrime anche dopo l’interrogatorio di garanzia davanti ai giudici che firmavano l’ordinanza di trasferimento nel carcere Lanza di Catania, Veronica Panarello, la madre di Loris Stival, il bimbo di 8 anni trovato strangolato in un canale fuori dal centro abitato di Santa Croce Camerina (Ragusa) la mattina di sabato 29 novembre.

Quella di ieri è stata la prima notte trascorsa nella struttura detentiva per la 25enne che, all’arrivo, è stata accolta dalle urla e dai fischi delle altre detenute. La donna rimarrà in attesa della decisione del gip: questi adesso ha 48 ore per convalidare o meno il fermo (firmato dal procuratore di Ragusa Carmelo Petralia) di quella che, al momento, è ritenuta l’unica colpevole dell’efferato crimine.

Nonostante la mamma del bimbo continui a professarsi innocente, per la Procura sono oramai numerosi i “gravi indizi” di colpevolezza a suo carico, a cui si aggiunge la constatazione degli stessi pm che il delitto è stato compiuto con “modalità di elevata efferatezza e sorprendente cinismo”.

LA FAMIGLIA “SCARICA” VERONICA – La notizia dell’arresto ha lasciata sgomenta l’intera comunità del piccolo centro del ragusano oltre che gli stessi familiari, i quali avevano inizialmente preso le difese della giovane mamma.

Davide Stival, il marito, dopo la frase confessata agli inquirenti all’atto dell’arresto (“Se è stata mia moglie, mi cade il mondo addosso…”) ieri sera è sbottato davanti ai poliziotti che lo riaccompagnavano alla propria abitazione:

“Deve almeno dirmi il perché l’ha fatto: poi può anche morire”.

Sulla stessa linea anche la sorella di Davide e gli altri componenti della famiglia Stival che ora, in coro, scaricano la donna e si sono chiusi nel silenzio, limitandosi a un laconico “Non c’è alcun perdono”.

1 Comment

Leave a Response