Massimo Bossetti durante un colloqui avuto in carcere con la moglie rimprovera la donna:
“Sul giornale c’è l’articolo… che tu hai detto che non sapevi dove mi trovavo quel giorno lì a lavorare… “.
E la moglie:
“Gli ho detto “non mi ricordo” Massi”.
Bossetti commenta:
“Il marito non trova un alibi con la moglie… “.
In un altro colloquio del 3 luglio 2014, dopo una perquisizione in casa Bossetti, Marita Comi, afferma di aver trovato dei coltelli la sera precedente e chiede al coniuge delucidazioni sul loro scopo, ma il Bossetti nega di averne mai fatto uso e la invita nuovamente a disfarsene:
“Buttali, buttali, capito? Buttali via!”.
Il dialogo però non si ferma qui e i due parlano in un colloquio successivo (4 dicembre 2014) dei suoi possibili contatti telefonici con Yara.
I tecnici della Procura di Bergamo sono riusci a raccogliere molte informazioni dal computer di Bossetti, tra queste sono emerse molte ricerche online su siti a luci rosse, rivelando l’interesse del carpentiere per ragazzine dai capelli rossi; alcune ricerche non lasciano dubbi sugli interessi del 44enne, “ragazzine rosse tredicenni, vergini”. Informazioni digitali che seppur collegate alle sole ricerche online hanno secondo la Procura una rilevanza nel processo, rivelando l’interesse dell’imputato per la pedopornografia.
Intanto, una testimone afferma di aver visto Bossetti ed il suo mezzo proprio a Brembate durante l’estate del 2010 ed ad avvalorare quest’affermazione ci sarebbero diverse immagini presentate nel fascicolo della procura che mostrerebbero il furgone bianco transitare lungo le vie proprio di quella zona.
“Aveva gli occhi come quelli di una volpe”
dice la signora ed afferma di aver visto il carpentiere di Mapello in faccia, in un auto che corrisponde alla descrizione, mentre faceva salire una ragazzina
“dall’apparente età tra i 13 ed i 15 anni” e che “aveva le guance rosse ed indossava l’apparecchio per la correzione dei denti”.
Lo scorso 26 febbraio, il pm Letizia Ruggieri ha chiuso il fascicolo per il rinvio a giudizio di Massimo Bossetti, la procura afferma che ad uccidere Yara sia stato proprio lui, l’avrebbe colpita più volte dopo averla seviziata fino ad abbandonarla agonizzante in quel campo di Chignolo nel quale i suoi resti sono stati rinvenuti solo 3 mesi dopo il delitto.
[…] quanto contenuto nei fascicoli degli atti della Procura, in passato Massimo Bossetti avrebbe minacciato addirittura di suicidarsi, quando venne a conoscenza dei tradimenti della moglie […]
[…] caso della piccola Yara continua a dividere l’opinione pubblica italiana soprattutto in merito alla colpevolezza […]