Catastrofe Volkswagen. Il colosso tedesco crolla in borsa dopo l’accusa di falsificazione delle emissioni
Sono giorni terribili per il colosso automobilistico tedesco, e la bufera sembra essere solo all’inizio.
La notizia, lanciata dal New York Times, è basata sui dati dell’EPA (Environmental Protection Agency), l’agenzia americana che si occupa della protezione ambientale.
L’autorità, infatti, come ormai è noto a tutti, ha scoperto che Volkswagen ha manipolato i dati sulle emissioni nel periodo 2009-2015, attraverso un sistema semplice, ma alquanto ingegnoso. Sui motori Diesel veniva montato un software che, in fase di test, si attivava facendo registrare fino al 40% in meno di emissioni di ossidi di azoto (NOx), così da superare senza problemi i controlli delle autorità americane. Dopo aver ricevuto l’approvazione dei tecnici, quando le auto erano pronte per la vendita, il software si disattivava automaticamente e il motore tornava ai precedenti standard di emissioni, largamente superiori alla soglia consentita.
Il motivo dell’imbroglio, come ha dichiarato lo stesso costruttore, è presto detto. Il marchio è ben conosciuto e apprezzato nel mondo per la potenza del motore unita ad un’alta affidabilità e qualità dei componenti: le leggi sulle emissioni, evidentemente giudicate troppo restrittive, limitano non poco le prestazioni delle automobili Volkswagen e, vista la spietata concorrenza degli altri colossi automobilistici, soprattutto quelli asiatici, il famoso marchio tedesco non poteva permettersi di perdere fette di mercato. L’amministratore delegato, Martin Winterkon, ha ammesso pubblicamente le sue colpe e dopo essersi scusato con i propri clienti, ha assicurato che Volkswagen farà di tutto per recuperare la fiducia perduta.
Intanto il danno è fatto. All’apertura dei mercati lunedì mattina il titolo aveva già perso più del 13%, concludendo la giornata a -18,6%. Il giorno successivo è andata anche peggio con un tragico -19,81%. Il prezzo di un’azione Volkswagen sul mercato azionario di Francoforte è passato da circa 162 euro a 106 euro in due giorni. Una catastrofe.
A questo deve aggiungersi il ritiro dal mercato USA di circa mezzo milione di auto vendute, soprattutto modelli Golf, Audi A3, Passat Beetle e il blocco delle vendite.
Senza contare che adesso anche le autorità europee sono in guardia (in Italia l’Adiconsum è già sul piede di guerra) e non è escluso che i test possano essere stati falsificati anche da questo lato dell’Atlantico.
Le prospettive, infine, non sono per niente ottimistiche: oltre all’immenso danno economico e di immagine, da cui sarà dura riprendersi, per la casa tedesca si prospetta anche una multa di 18 miliardi di dollari per aver violato le leggi americane sulle emissioni nocive.