Charlie Hebdo: uno dei ricercati per l’attacco si consegna alla polizia e fornisce un alibi, fuori pericolo gli 8 feriti
Quello che era considerato l’autista del commando che ha compiuto il sanguinoso attacco terroristico di matrice islamica nella sede di “Charlie Hebdo“ si è presentato a una stazione di polizia al confine con il Belgio. Il ragazzo, 18 anni, non sarebbe però coinvolto nell’attentato: si sarebbe deciso a presentarsi alle autorità dopo aver visto il suo nome accostato alla mattanza e avrebbe fornito agli inquirenti un alibi che per ora parrebbe reggere: al momento della strage pare, infatti, fosse a scuola e tale versione sarebbe stata confermata da insegnanti e compagni dell’istituto da lui frequentato.
Nel frattempo, prosegue in tutto il Paese la caccia agli autori del massacro, anche se l’operazione di stanotte a Reims non ha dato i frutti sperati, ovvero la cattura dei due sospettati per la strage avvenuta ieri mattina e che ha scioccato il mondo intero. Secondo alcuni organi di stampa, che hanno confermato come le autorità siano a conoscenza dell’identità dei killer, un’operazione congiunta di polizia e forze speciali sarebbe in corso nei pressi del confine con il Belgio.
I due ricercati sono Said e Charif Kouachi, due fratelli reduci dalla guerra in Siria, e i loro nomi erano già noti agli inquirenti e alle forze di sicurezza transalpine per legami con la galassia del terrorismo di matrice islamica. Il bilancio finale dell’attacco è di 12 morti e di 8 persone gravemente ferite che per fortuna, secondo gli ultimi bollettini, non rischiano la vita.
A perdere la vita sono stati il direttore della rivista e alcuni tra i vignettisti più famosi nel panorama non solo francese ma internazionale, quali Cabu, Tignous e Wolinski, tutti con alle spalle anni e anni di esperienza e militanza a favore della libertà di espressione.
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