Clima: scoperta una nuova nuvola? Onu pronta alla classificazione. Effetto dell'Harp? (Video)
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Da alcune settimane sono comparse nei cieli di mezzo Pianeta, una nuova tipologia di nuvole.
Un evento che ha lasciato perplessi diversi esperti, anche perché è apparso piuttosto strano, come nel 2013 si possano riscontrare tipologie di nuvole di cui non si avesse memoria nel corso dei secoli passanti o quanto meno durante gli ultimi cento anni. Per l’esattezza erano ben 62 anni ed ossia dal 1951, che non riscontrava un evento del genere. Per il momento manca ancora l’ufficializzazione della nuova tipologia ma ben presto, l’Onu provvederà alla relativa catalogazione con tanto di certificato di autenticità ed una denominazione che dovrebbe essere di “undulatus asperatus“. Questa nuova tipologia di nuvola, notata per la prima volta negli Stati Uniti presenta caratteristiche piuttosto particolari. Nello specifico, essa è molto grande in quanto ad estensione, si presenta di color grigio scuro ed è attraversata da una serie di mulinelli. Proprio quest’ultimo aspetto ha conquistato l’attenzione degli esperti, in quanto è un qualcosa di più che raro. Esperti che hanno attribuito la comparsa di questa nuova tipologia di nuvola, ai cambiamenti climatici in atto sulla Terra anche si vi sono diverse perplessità in merito.
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Infatti, vi sono diverse riserve per quanto concerne questo aspetto, giacchè ambientalisti e non solo, parlano di un fenomeno che potrebbe essere scaturito dall’inquinamento elettromagnetico presente sulla Terra. In particolare, si fa notare come la prima nuvola sia stata avvistata all’altezza dello Stato dell’Alaska e per la precisione nei pressi dell’HAARP (High Frequency Active Auroral Research Program). Si tratta di una installazione utilizzata da scienziati e ricercatori per ricerche scientifiche rivolte a diversi ambiti. Tra l’altro anche le scie che vengono avvistate di tanto in tanto a quote piuttosto basse, alimentano continue polemiche sulla loro natura dividendo equamente complottisti e scettici. Non a caso il noto e stimato scienziato italiano Stefano Montari, aveva etichettato le scie come qualcosa di inconsueto e difficilmente attribuibile ai cambiamenti climatiche. Non resta che attendere il verdetto definitivo dell’Onu per conoscere la posizione ufficiale dell’organizzazione in merito.