L’ultima circolare emanata dal Viminale in merito alla possibilità delle uscite genitore-figlio è stata accompagna da un vespaio di polemiche. In molti infatti hanno considerato la circolare del Ministero dell’Interno come un incentivo alle passeggiate fuori casa ingiustificate, responsabili potenzialmente di nuovi focolai. Per questo motivo, poche ore dopo il Viminale è intervenuto con una nota per spiegare la natura della circolare, sottolineando come le regole per gli spostamenti introdotte dall’ultimo Dpcm del premier Giuseppe Conte non siano cambiate.
Spostamenti genitore-minore per necessità
Il Ministero dell’Interno ha affermato che sono permessi gli spostamenti di genitore (uno solo) e figlio minore soltanto se motivati da situazioni di salute e necessità, nel rispetto della distanza dalla propria casa (lo spostamento deve cioè avvenire in prossimità dell’immobile in cui si risiede). Il numero due dell’Interno, Vito Crimi, ha chiarito che per stato di necessità si intende la passeggiata mamma (o papà) e minore di uno, due o tre anni costretto ad essere isolato da oltre due settimane. Crimi ha inoltre ribadito che nella circolare del Ministero dell’Interno viene riportata chiaramente la dicitura “per necessità”, e che dunque sarà l’agente di polizia a sincerarsi dello stato di necessità o meno indicato nell’autocertificazione dal genitore.
La protesta di Giulio Gallera
Giulio Gallera, assessore al Welfare della regione Lombardia, era stato il primo a protestare con veemenza contro la circolare pubblicata dal Viminale, ancora prima dunque della nota di chiarimento dello stesso Ministero dell’Interno (anticipata dal Governatore Attilio Fontana dopo una telefonata avuta con il ministro Lamorgese). Gallera ha sottolineato che se tutte le famiglie decidessero di uscire con i propri figli si tornerebbe a una situazione già vissuta dalla regione pochi giorni prima che il bilancio dell’emergenza Coronavirus diventasse drammatico per la Lombardia e in particolare le province di Bergamo e Brescia.