Tempi duri per i tecnici delle squadre neo-promosse in Serie A: dopo l’esonero di Fabrizio Castori, artefice della promozione del Carpi, la seconda panchina a saltare è quella di Delio Rossi a Bologna. Al Riminese, alla guida dei Felsinei dallo scorso Maggio e in bilico da settimane dopo il deludente avvio di stagione, è stata fatale la sconfitta casalinga contro l’Inter. Tuttavia, potrebbe essere imminente un altro avvicendamento: anche a Verona, sponda Hellas, la panchina di Andrea Mandorlini traballa nonostante le smentite dei vertici societari.
UN DESTINO SEGNATO – Dopo un avvio di campionato insolitamente tranquillo e che aveva fatto pensare a un’inversione di tendenza, è partito come tutti gli anni il cosiddetto ‘valzer delle panchine’. Il primo a farne le spese in Serie A è stato Fabrizio Castori, esonerato dal Carpi a favore di Giuseppe Sannino. E, nel corso dell’ultimo turno infrasettimanale, è ancora in Emilia-Romagna che si è consumato un divorzio annunciato: a seguito dell’ennesima sconfitta (l’ottava nelle prime dieci giornate), Delio Rossi ha ricevuto il benservito dalla sua dirigenza. Con uno stringato comunicato, apparso sul sito della società presieduta da Joey Saputo, il tecnico che ha riportato i Felsinei nella massima serie è stato. come di consueto, ringraziato “per il lavoro svolto con professionalità e competenza”: tuttavia, secondo gli addetti ai lavori, la sorte di Rossi era segnata e il KO contro l’Inter ha certificato una decisione già presa.
PROGETTO A LUNGO TERMINE? – A poche ore dall’annuncio dell’esonero è anche arrivata la notizia dell’ingaggio di Roberto Donadoni: il 52enne di Cisano Bergamasco ha firmato un contratto che lo legherà ai rossoblu fino al 30 Giugno 2017. Insomma, una fiducia non certo legata ai risultati di questa stagione, ma che lascia presumere l’avvio di un progetto che continuerà anche l’anno prossimo, indipendentemente dalla serie in cui militerà la compagine emiliana.
“So che l’esonero era nell’aria – ha spiegato Rossi nelle ore successive – ma non pensavo dopo la partita di ieri. Lascio al mio successore una squadra che si salverà: mi dispiace non aver portato a termine il lavoro”.
MANDORLINI SULLA GRATICOLA – La piccola rivoluzione andata in scena a Bologna potrebbe aver salvato, invece, Andrea Mandorlini. Il 55enne è da cinque anni a Verona e la prodigiosa cavalcata partita in Lega Pro, culminata in due tranquille salvezze nelle ultime stagioni, è ancora nella memoria dei tifosi dell’Hellas. Nonostante questo, il ruolino di marcia di questi primi due mesi (ultimo posto e zero vittorie) potrebbe essere fatale al libero dello scudetto interista targato Trapattoni : tra i papabili successori era indicato proprio Donadoni, da poco accordatosi col club di Saputo e questa svolta potrebbe suggerire alla dirigenza gialloblu di temporeggiare. A sentire Maurizio Setti, presidente dell’Hellas, Mandorlini “deve restare sereno. Da parte nostra c’è fiducia nonostante la sconfitta con la Fiorentina’.
Basteranno le parole del patron a rassicurare l’allenatore? Dal canto suo, Mandorlini spera di recuperare al più presto il suo totem, Luca Toni, ma sa anche che incombe l’ombra di Francesco Guidolin, seconda scelta della dirigenza veneta, dopo aver visto sfumare la pista che portava a Donadoni.