Drago D’oro 2015: oscar italiano del miglior videogame a “Destiny”. Premi anche a Fifa e Pes
Consueto appuntamento con l’Oscar italiano ai videogames dell’anno trascorso. Protagonista Destiny, ma tra i premiati non mancano conferme e sorprese.
‘DESTINY’ E’ IL MATTATORE DI QUESTA EDIZIONE – La terza edizione del “Drago d’Oro”, il premio che, da tre anni, assegna gli awards ai migliori videogiochi della passata stagione, ha avuto quest’anno un mattatore.
Nella cornice del Museo Maxxi della Capitale, l’evento organizzato dall’AESVI (l’Associazione degli Editori e Sviluppatori di Videogiochi Italiani) ha nominato “Videogame dell’Anno” il First Person Shooter e campione di incassi “Destiny“: sviluppato da Bungie Studios, il gioco dall’ambientazione sci-fi ha fatto una vera e propria incetta di premi, non fermandosi al riconoscimento più importante.
Destiny, infatti, si è portato a casa anche il titolo di “Miglior Videogioco Sparatutto” e quello di “Miglior Gameplay”: questo è una sorta di riconoscimento che va ai giochi capaci di coniugare i gusti dei videogiocatori con quelli degli addetti ai lavori, i quali premiano gli spunti innovativi apportati nel gameplay da un titolo.
UN FPS ‘IBRIDO’ CHE RIDEFINISCE IL GENERE – Bungie Studios, tra l’altro, è la software house nota per la serie di “Halo“, sparatutto che ha ridefinito i confini del genere e ha dato vita a una longeva saga sulle console di casa Microsoft.
In Destiny, gli sviluppatori hanno cercato di unire, alle caratteristiche degli FPS, quelle dei giochi di ruolo, ambientando la vicenda in un mondo “online persistente” e dando vita a un ibrido che la critica ha catalogato come ‘Shared World Shooter’.
Distribuito per tutte le principali piattaforme (PlayStation 3, PlayStation 4, Xbox 360 e Xbox One), Destiny è ambientato nel 2714 su diversi pianeti del Sistema Solare: il giocatore impersona il ruolo di uno dei cosiddetti “Guardiani”. Questi sono i soldati che presidiano le Torri a difesa di ogni Città, ovvero gli avamposti all’interno dei quali gli umani resistono alla decimazione della propria razza, perpetrata da creature provenienti dai Pianeti un tempo soggetti alla colonizzazione terrestre.
Questo lo spunto da cui prende le mosse un videogame che ha conquistato la critica unendo, alla frenesia degli sparatutto, la possibilità di sviluppare dinamiche cooperative e ‘sociali’ tra i videogiocatori.
GLI ALTRI RICONOSCIMENTI – La cerimonia, nata tre anni fa per diventare l’alternativa italiana agli “Interactive Achievement Awards” statunitensi e ai “Golden Joystick Award” britannici, non ha premiato solo Destiny, che succede nel palmarès a mostri sacri del calibro di “The last of us” e “Assassin’s Creed 3”.
Nelle 20 categorie in cui si articolava il Drago d’Oro ha vinto anche “Dragon Age: Inquisition” quale “Scelta del pubblico” mentre, nella neonata sezione “Videogame più venduto”, ha trionfato FIFA15, beffato però a sorpresa da PES2015 quale “Miglior Videogioco Sportivo”.
Infine, per il “Drago d’Oro Italiano” ha raccolto consensi Murasaki Baby, vittorioso nelle categorie ‘Platform’, ‘Realizzazione Artistica’ e ‘Miglior Videogame Indipendente’.