L’Isis dimostra di saper usare bene i media e mette in rete le immagini di dissacrazione di alcune chiese nella zona di Mosul. Nella prima fotografia si notano tre militanti dell’Isis che si trovano su una cupola di una chiesa ed abbattono una croce di metallo. Nella seconda, in primo piano un altro militante jihadista, che dall’immagine sembra molto giovane, sta togliendo una seconda croce, più piccola e sottile, che si trovava sul campanile. Il giovane miliziano porta una bandana di colore verde e gli occhiali, e la sua espressione è quella di un ghigno di soddisfazione, a livello di fanatismo.
Passando alla terza foto della sequenza, si vede un altro giovane che sta abbattendo a colpi di mazza una statua raffigurante San Giorgio nell’atto di uccidere il drago. A seguire un altro giovane, che indossa una maglietta azzurra, utilizzando una bomboletta contenente vernice blu spray, riesce a coprire una scritta che si trovava su una targa. La scritta era stata incisa in lingua araba e riportava la frase “Santa Maria donaci la grazia della pace in Iraq”. Un altro miliziano appare anche in un’altra immagine, ripreso mentre sta usando una mazza, e con questa cancella una croce scolpita sul muro della chiesa.
È una escalation di azioni di propaganda per mostrare tutto quello che l’Isis può fare sia contro le persone che contro le altre religioni. Prima i video che mostravano le uccisioni in massa, poi quelli delle decapitazione degli ostaggi, sia occidentali che curdi, di seguito le devastazioni che hanno cancellato molti importanti reperti archeologici in Iraq, ora l’oggetto delle devastazioni e delle riprese, sono le chiese ed anche i simboli della religione cristiana.
Niente si salva di fronte al fanatismo dei miliziani dell’Isis. Gli attacchi contro i luoghi di culto in Iraq non sono certo una novità, perché avvengono sin dallo scorso giugno, quando i miliziani dalla Siria si spostarono verso il vicino Iraq, ed anche i cimiteri cristiani e le abitazioni della popolazione di religione cristiana sono stati attaccati. In particolare molte chiese sono poi state utilizzati dall’Isis sia come prigioni che come dormitori, ed anche come depositi dei loro armamenti.