Tre giorni di preghiere e di speranza di essere aiutate, ed il lieto fine di lunedì; questo è quanto accaduto a due suore di un istituto religioso romano, la Casa delle suore Mariste, che si trova nella capitale italiana in via Aurelia.
La vicenda è iniziata venerdì pomeriggio, mentre le due religiose, una di nazionalità irlandese ed una di nazionalità neozelandese, si trovavano all’interno di un ascensore nel loro istituto, che si è improvvisamente fermato a causa di un blackout improvviso.
L’ascensore si è bloccato proprio mentre si trovava in mezzo a due piani e le due suore non sono potute uscire. La casa di accoglienza, visto il momento ed il giorno, era in pratica deserta e quindi nessuno si è accorto del blackout che era avvenuto e che le due suore erano rimaste imprigionate. Le religiose erano anche sprovviste del cellulare e non sono state quindi in grado di avvisare nessuno di quanto successo, limitandosi a pregare perché qualcuno si accorgesse della loro mancanza.
Armate di molta pazienza e della loro fede, le due suore hanno dunque aspettato fino a quando una donna delle pulizie, nella giornata di ieri, si è accorta di quanto accaduto ed ha dato l’allarme. Le due suore sono state quindi liberate, grazie all’intervento dei carabinieri, e sono state immediatamente trasportate in ospedale. Le due religiose sono state trovate in stato di shock e disidratate, viste le molte ore passate senza poter bere, ed in una situazione di caldo soffocante, richiuse dentro l’ascensore.
Fortunatamente le due religiose non avranno conseguenze, ma la paura per quanto accaduto è stata veramente grande.