Riversa nella vasca da bagno, senza respiro, come la mamma Whitney Houston al Beverly Hills Hotel l’11 febbraio 2012, poco prima dei Grammy Award: così l’aveva trovata il fidanzato Nick Gordon, insieme ad un amico, la mattina del 31 gennaio 2015 nella casa che condividevano a Roswell, in Georgia. A nulla erano serviti i tentativi di farle riprendere conoscenza: l’annegamento aveva già ridotto al minimo la sua attività cerebrale. Bobbi Kristina Brown se n’è andata ieri, domenica 26 luglio 2015, dopo sette mesi di coma farmacologico e di poche speranze, fatte più che altro delle preghiere della nonna Cissy.
Bobbi Kristina aveva 22 anni, una giovinezza segnata dai problemi familiari e da quel trauma che si portava dietro dal febbraio del 2012: uno shock che non era mai riuscita a superare e che l’aveva portata ad abusare di droghe e alcool, proprio come la madre, fino a seguirne la stessa sorte. Whitney Houston, infatti, fu trovata senza vita nella vasca da bagno della sua stanza d’albergo a Beverly Hills, l’11 febbraio 2012: alla famosa cantante fu fatale un collasso cardiaco e l’arteriosclerosi, accentuata dall’uso prolungato di cocaina nel corso degli anni. I riferti medici, pur trovando ingenti tracce di Marijuana e cocaina nel corpo, esclusero il contributo delle droghe alla sua morte, che fu dichiarata accidentale. Nonostante questo, pochi mesi dopo si paventò l’ipotesi di omicidio per debiti di droga.
Una morte, quella di Bobbi Kristina Brown, forse non così misteriosa ma altrettanto drammatica e segnata da spiacevoli vicende di contorno, come l’accusa al fidanzato Nick Gordon di essersi appropriato di 11.000 dollari dal conto corrente di Bobbi durante quei difficili mesi. La giovane cantante verrà con tutta probabilità seppellita nello stesso cimitero dove riposa la madre.