Ebola: contagiato infermiere italiano che aveva lavorato in Sierra Leone per Emergency
E’ ricoverato allo Spallanzani di Roma, ed è in buone condizioni di salute, l’infermiere sassarese che è risultato positivo al test “Ebola”. L’uomo, che ha prestato servizio in una missione di Emergency, in Sierra Leone, è rientrato da poco dal paese africano, ed ha eseguito, come da consuetudine, “l’automonitoraggio” delle sue condizioni di salute. Il campione di sangue che è stato inviato dalla Sardegna al laboratorio dello Spallanzani, è risultato positivo, e si è reso pertanto necessario il ricovero presso lo stesso ospedale, oltre all’attivazione immediata della rete di emergenza predisposta per casi come questo.
In una comunicazione Emergency, che ricorda come il contagio del virus possa accadere solo dopo che sono insorti i sintomi, e solo attraverso il “contatto diretto” con fluidi corporei del contagiato, ha reso noto il fatto, riservandosi di fornire aggiornamenti nei prossimi giorni, e non comunicando, per la privacy, il nome dell’infermiere. Nello stesso tempo, come detto, è stata messa in moto la rete di emergenza che coinvolge sia la Prefettura di Sassari che il Nas dei carabinieri.
Secondo quanto si è appreso, dopo il rientro dal paese africano, avvenuto lo scorso 8 maggio, l’infermiere sassarese ha avuto dei contatti solo con un numero limitato di persone, che sono state comunque individuate e sottoposte ai controlli di sicurezza stabiliti dal protocollo. Presso l’ospedale Spallanzani sono stati resi disponibili i medicinali necessari.
Le prime avvisaglie dei sintomi si sono avute il 10 maggio e l’infermiere, prima di essere trasferito a Roma, è stato per due giorni in ospedale a Sassari. Il trasferimento presso l’ospedale di Roma è stato effettuato con un aereo dell’Aeronautica militare, seguendo tutte le norme dei protocolli di sicurezza.
Gli ultimi dati sul virus dell’Ebola, che sono stati comunicati dall’OMS, parlano di oltre 26 mila casi di contagio, e di poco più di 1 1mila vittime. Pur dichiarando che il debellamento completo dell’epidemia è molto vicino, la stessa OMS chiarisce che si potrà parlare di “epidemia debellata”, solo quando i casi di contagio si saranno ridotti a zero per almeno 42 giorni di seguito.