Elezioni regionali: Bonaccini batte la Lega in Emilia Romagna, trionfo Centrodestra in Calabria
Il voto delle elezioni regionali nell’ultimo weekend di gennaio ha premiato da una parte Stefano Bonaccini (candidato del centrosinistra) in Emilia Romagna, dall’altra ha visto il trionfo della berlusconiana Jole Santelli in Calabria. Al termine di una lunga campagna elettorale, l’Emilia Romagna si conferma dunque regione rossa e alleata del Partito democratico, mentre in Calabria si registra il trionfo del Centrodestra con Forza Italia primo partito davanti alla Lega. Esce invece con le ossa rotte da entrambe le votazioni il Movimento 5 Stelle.
Voto elezioni regionali in Emilia Romagna
Stefano Bonaccini, volto del Centrosinistra, è stato rieletto al ruolo di Presidente della Regione Emilia Romagna con il 51,6 per cento delle preferenze, superando di 8 punti percentuali l’avversaria del Centrodestra Lucia Borgonzoni, che si è fermata al 43,7 per cento. Non si sono dunque avverate le previsioni di sfratto al governo nazionale annunciate da Matteo Salvini nelle ultime settimane di propaganda politica, con la Lega superata dal Partito democratico anche nelle percentuali dei singoli partiti: Pd al 34,6 per cento, Lega Nord al 31,9 per cento. Terza posizione per il candidato del Movimento 5 Stelle Simone Benini, che non è riuscito a superare il 4 per cento (3,5 per cento per il grillino). L’affluenza al 67 per cento è da record: 30 per in più in più rispetto a quella di cinque anni fa.
Voto elezioni regionali in Calabria
In Calabria il volto della vittoria è quello di Jole Santelli, candidata del Centrodestra. Per la coalizione liberale un trionfo decretato dal 55,4 per cento delle preferenze, contro il 30,2 per cento del candidato del centrosinistra Pippo Callipo. Notte fonda per il Movimento 5 Stelle, con il candidato pentastellato Francesco Aiello (7,3 per cento) superato anche dall’avversario della lista civica Carlo Tansi (poco sopra il 10 per cento). A differenza dell’Emilia Romagna, il dato dell’affluenza alle urne è pressoché identico rispetto a quello di cinque anni fa, quando si erano presentati al voto il 44,3 per cento degli aventi diritto.