Scopo per cui era stato convocato l’ufficio di presidenza di Forza Italia era sciogliere il problema relativo all’opportunità o meno di tenere le primarie di coalizione per scegliere i candidati alle prossime Regionali, visto che in regioni come la Puglia vi è già chi ha avanzato la propria candidatura.
E il principale sponsor di questo strumento di selezione dei candidati era proprio il pugliese Raffaele Fitto, uomo forte a livello locale, rafforzato dalla valanga di preferenze prese alle ultime Europee e con l’ambizione di scalare il partito per portare un vento di rinnovamento. Berlusconi, però, pare non aver cambiato la sua opinione sulle primarie di coalizione, visto che continua a dirsi contrario: questa sua contrarietà l’ha ribadita nel corso dell’ufficio di presidenza, mettendo quello che lui spera essere un punto fermo alle polemiche che hanno dilaniato il partito negli ultimi mesi. L’unica concessione che l’ex Premier si è detto disposto a fare è quella di ricorrere a tale strumento nel caso in cui non si riesca a trovare un candidato: solo in quel caso, a suo avviso, si potrebbe ricorrere alle primarie di coalizione, le quali continuano ad essere viste in modo negativo dal Cavaliere in quanto, come da lui ribadito, possono essere oggetto di manipolazione.
Tuttavia quello che è emerso dall’ufficio di presidenza del partito è stata la dura presa di posizione di Fitto, il quale ha lanciato un “j’accuse” in piena regola, affermando che all’interno del Partito ormai il dialogo sia inesistente. L’ex Ministro ha chiesto delucidazioni in merito alle modalità con le quali verranno scelti i candidati per la prossima tornata elettorale e sulla posizione che il movimento intende prendere in merito ai prossimi provvedimenti del governo. Tuttavia Berlusconi lo ha duramente ripreso, chiedendogli di non assumere più posizioni conflittuali nei confronti del Partito. Il Cavaliere ha sfoderato uno dei proverbiali sondaggi secondo cui, a causa delle esternazioni di Fitto il partito perderebbe ogni volta il 3% degli elettori, e ha invitato Fitto a remare dalla stessa parte di tutti i suoi compagni di partito o, in alternativa, a fare un proprio partito così come fatto da Fini prima e da Alfano poi. E per rimarcare la distanza con Alfano, Berlusconi è riuscito a far approvare un documento che chiude le porte a possibili alleanze con il partito di Alfano: tuttavia anche qui la spaccatura è stata evidente, perchè Fitto ha votato contro e con lui Capezzone.
Fitto non si è fatto però intimorire e dopo aver riunito un gruppo di deputati e senatori a lui vicino ha affermato di non avere intenzione di abbandonare Forza Italia, reclamando il suo diritto ad esprimere la propria opinione, in una normale dialettica interna.
In serata il Cavaliere ha cercato di abbassare i toni, affermando di aver semplicemente:
“Espresso con chiarezza a Fitto il suo pensiero”.
Tuttavia quel che rimane dopo questo ufficio di presidenza, per molti, è l’immagine di un Partito dilaniato dagli scontri interni e con una profonda carenza, almeno al momento, a livello di obiettivi e programmi.