Francia, polemiche per lo status speciale alla “Première Dame”: petizione contro la proposta di Emmanuel Macron
LA PROPOSTA DEL NEO-PRESIDENTE – Nelle ultime ore la Francia sembra letteralmente spaccata in due e l’oggetto del contendere è questa volta Brigitte Trogneux, la moglie del neo-presidente della Repubblica: a far discutere è infatti una proposta avanzata dallo stesso Emmanuel Macron che vorrebbe rivoluzionare il ruolo della “Première Dame” presso l’Eliseo e attribuirle uno status speciale come quello delle first lady americane.
In pratica, la moglie del presidente avrebbe un ufficio tutto per sé e anche un personale staff di collaboratori (per i quali disporrebbe di un determinato budget), riconoscendo dunque tale figura alla pari di un incarico ufficiale. Al momento questo ruolo non è previsto ufficialmente dalla Costituzione francese, anche se in passato alcuni predecessori di Macron si erano avvalsi di collaboratori e segretarie per le proprie compagne.
LA PETIZIONE E LA POPOLARITÀ IN CALO DI MACRON – Ad ogni modo, l’idea sta incontrando le resistenze di molti francesi, tra i quali vi sono anche coloro che hanno votato per “En Marche!” alle ultime elezioni presidenziali: oltre alla questione legata al fatto che l’istituzionalizzazione del ruolo peserebbe sulle tasche dei contribuenti e andrebbe in direzione contraria alla politica dei tagli ai costi dell’Eliseo, la stessa Costituzione vieta che vengano conferiti incarichi ai parenti dei parlamentari e non solo.
Anche per questo motivo la petizione lanciata sulla piattaforma Change.org da Thierry Valette, tra i fondatori del movimento Egalité Nationale, ha già raccolto l’adesione di oltre 220mila persone in meno di quattro giorni. A suo dire “non vi è alcuna motivazione perché il Capo dello Stato finanzi lo staff della moglie con dei soldi pubblici”: inoltre, secondo Valette, Brigitte dispone già di un suo pool di collaboratori, mentre la Francia vive una situazione differente da quella degli Stati Uniti e ha un sistema di valori diverso. Non va infine dimenticato che l’adesione-boom alla petizione online mette ancora più in evidenza il calo di popolarità dello stesso Macron che, secondo alcuni sondaggisti, ha subito una flessione del 7%.