L’esecutivo, in merito al settore del tabacco e delle sigarette, aveva parlato di un’imminente azione di “riequilibrio“. Alla fine quest’affermazione si è rivelata essere quello che si sospettava, in altre parole, una sottile perifrasi per annunciare un aumento della spesa che chi ha il vizio del fumo dovrà sostenere. Un riordino, quello delle accise, effettivamente c’è: ma quest’operazione, partita il primo giorno dell’anno, ha portato i produttori a decidere di alzare il prezzo dei propri prodotti, in particolar modo quelli rientranti nella cosiddetta “fascia alta”. Il risultato? E’stato abbattuto il muro psicologico dei 5 euro per un singolo pacchetto di sigarette.
Andando nello specifico, il costo delle sigarette subisce una variazione verso l’alto che varia dai 10 ai 20 centesimi e grazie a tutto ciò un numero non indifferente di marche tra le più famose ora costa, come detto, oltre 5 euro a pacchetto. In particolare, quelle “made in Italy” ora costeranno tutte di più, mentre per quanto riguarda i produttori non italiani, ovvero i big del settore, non tutti hanno optato per una scelta che penalizza il consumatore. Per fare un esempio pratico di questa disomogeneità, chi fino all’altro giorno acquistava pacchetti da 5 euro, si ritroverà a dover sborsare 20 centesimi in più per il singolo pacchetto, mentre chi si orienta sulle “bionde” di fascia media dovrà continuare a pagare 4 euro e 60, senza quindi doversi confrontare con una spesa maggiore rispetto al recente passato. Ma presto, anche chi per ora non ha visto aumentare la marca di sigarette che abitualmente compra, le cose potrebbero cambiare in peggio. Fonti del Governo hanno infatti fatto presente che l’aumento del costo delle sigarette rientranti nella cosiddetta “fascia alta” potrebbe produrre un effetto “a cascata” e provocare l’aumento dei prezzi anche delle sigarette meno costose. In realtà qualcosa di simile si è già verificato, visto che le sigarette “made in Italy” di fascia bassa sono aumentate di 20 centesimi, passando da 4.30 a 4.50 euro. Insomma, appare molto probabile che nel giro di poco tempo fumare condurrà ad un esborso maggiore per tutti.
Il “riordino” annunciato dall’esecutivo guidato da Matteo Renzi, alla fine ha quindi inciso negativamente, per ora, solo sul consumatore finale di “fascia alta”. Ad ogni modo, il governo con questa operazione conta di rastrellare qualcosa come 200 milioni di euro in più nel corso del 2015. Tuttavia tutti sono ben consapevoli che in un periodo di crisi economica come quello attuale, un aumento del costo delle sigarette comporta un conseguente aumento dei livelli di fumo non legale. Secondo le ultime stime, nel nostro Paese ogni anno, su poco più di 3 miliardi e mezzo di pacchetti di sigarette consumati, circa il 10% proviene dal mercato illegale. E secondo gli esperti, l’ennesimo aumento delle sigarette spingerà molti altri fumatori a orientarsi verso l’acquisto di “bionde” da contrabbando.
[…] priorità maggiore adesso è quindi proteggere i più piccoli dal fumo nocivo delle sigarette e, anche se i fumatori potrebbero non essere proprio d’accordo, […]