Alle ore 9:40 del mattino è scattato il piano della demolizione del Ponte Morandi, con le esplosioni controllate della pila 10 e della pila numero 11. Da questa mattina, lo skyline di Genova non può più contare sullo storico Ponte Morandi. Al momento della detonazione erano presenti il primo cittadino del capoluogo ligure Marco Bucci, il governatore della Regione Liguria Giovanni Toti, il ministro dell’Interno Matteo Salvini, il ministro del Lavoro Luigi Di Maio e il ministro della Difesa Elisabetta Trenta.
Inizia la ricostruzione a distanza di un anno dal crollo
Sono trascorsi quasi undici mesi dal crollo parziale del Ponte Morandi, con un bilancio complessivo di 43 vittime e decine di feriti. La demolizione di questa mattina delle pile 10 e 11 segna la fine definitiva dello storico Viadotto Polcevera (l’altro nome con cui viene conosciuto dai residenti di Genova). Significativo anche come la prima colata di cemento per il nuovo Ponte di Genova sia stata apposta pochi giorni prima, prima dunque del saluto finale all’opera costruita dall’ingegnere Riccardo Morandi negli anni Sessanta. Stando alla tabella di marcia annunciata a più riprese dall’amministrazione e dalla Regione Liguria, il nuovo ponte sarà pronto entro la fine del prossimo anno.
Polveri controllate dalle centraline installate dal Comune
Nelle settimane precedenti la demolizione del Ponte Morandi, il Comune di Genova ha predisposto l’installazione di numerose centraline, al fine di monitorare l’eventuale impatto delle polveri sollevate dopo l’esplosione controllata delle due pile del Viadotto Polcevera. Il sindaco del capoluogo ligure (nonché commissario) Marco Bucci ha parlato di rischio irrisorio, pur sottolineando come il rischio zero non esista.