A quasi un anno di distanza dalla caduta del Ponte Morandi è iniziata, in Via Porro, la demolizione delle prime case delle 256 che dovranno essere abbattute.
Sotto gli occhi di molti cittadini e di ex residenti sono arrivate le prime gru e i camion con i contenitori, per ultimare la raccolta degli effetti personali di chi in quei palazzi ha trascorso la sua vita.
Da quel maledetto 14 agosto la vita di queste persone è diventata surreale.
L’abbandono frettoloso delle proprie case ha reso il quartiere quasi una zona di guerra, ripopolato in questa occasione, per assistere all’abbattimento, con gli occhi lucidi di chi ha vissuto in quel luogo la sua vita, vedendo sparire ciò che era e non sarà più, sotto i colpi delle gru. I ricordi, le amicizie di vicinato, i momenti importanti di una vita.
Oltre al dolore per la demolizione delle proprie abitazione, si aggiunge la preoccupazione per i molti che ancora vivono ai margini, di quel che rimane del ponte Morandi, nella ormai famosa zona rossa.
A rendere insonni le loro notti vi è la preoccupazione di quello che può accadere durante la demolizione della parte restante del ponte, attraverso l’uso della dinamite per abbattere le pile 10 e 11.
Infatti l’ONA e il Comitato Liberi cittadini di Certosa, hanno presentato in Procura varie richieste, per un controllo maggiore e più specifico attinente l’uso di esplosivi per eliminare i piloni ancora in piedi, prevista per il 24 giugno prossimo.
Il Sindaco di Genova, nonchè Commissario incaricato per la ricostruzione, Marco Bucci sta tranquillizzando la popolazione, indicando tutte le misure che saranno adottate per far si che tutto si svolga nella massima sicurezza.
Infatti ha indetto, per i giorni 17 e 18 giugno, un’assemblea pubblica durante la quale saranno spiegati sia i piani di evacuazione, che i provvedimenti che si adotteranno per l’abbattimento delle polveri, che inevitabilmente si alzeranno nell’esplosione, cercando di limitare danni all’ambiente.
Non è un momento facile per la città di Genova, che avrebbe voluto allontanare il dolore di quel 14 agosto, mentre tutto sembra rinnovarsi come un incubo senza fine.